Siamo così abituati a vedere sul grande e sul piccolo schermo attori estremamente belli che interpretano persone comuni che ormai neanche ce ne accorgiamo più. Sono pochi i film o le serie che portano in scena personaggi reali con corpi reali, e non soltanto attori bellissimi imbruttiti artificialmente per l’occasione. Tra gli esperimenti più recenti possiamo notare il film del 2022 Funny Pages, tra gli esempi un po’ più datati la lunga serie Netflix Orange is the new black, che aveva nel cast donne di ogni etnia, di ogni taglia e con ogni tipo di viso, non necessariamente bello e armonico.
Quello che accade più di frequente, come nella famosissima serie di qualche anno fa Ugly Betty, è l’esatto contrario: il personaggio che per definizione deve essere bruttino è interpretato da un’attrice incontestabilmente bella, che viene imbruttita in modo grossolano con l’aggiunta di apparecchio, occhiali e così via.
Tornando a Funny Pages, basta confrontare gli attori con un blockbuster come Spider-Man. In Funny Pages il protagonista è un adolescente nerd mediamente attraente, ma decisamente simile a tanti suoi coetanei sparsi per il mondo. Ben altro rispetto all’altro celebre nerd Peter Parker, interpretato da un Tom Holland bellissimo e muscoloso.
Il confronto si può estendere anche ai ruoli secondari: i genitori in Funny Pages sono attori dall’aspetto ordinario, mentre in Spiderman tutti, senza escludere nemmeno la vecchia zia, sono davvero troppo belli.
Un esempio simile è The Batman, un film in cui il sex symbol Colin Farrell interpreta la parte del Pinguino con una generosa dose di trucco e parrucco “imbruttenti”. La vera domanda è: perché? La risposta sta probabilmente nel fatto che gli attori di grido, anche imbruttiti, contribuiscono al successo del film.
Purtroppo ancora oggi è raro che persone dall’aspetto ordinario o addirittura “brutto”, specie se donne, possano ambire a diventare attori e attrici di rilievo. Sappiamo, perché ce lo hanno raccontato, che persone come Meryl Streep e Kate Winslet hanno dovuto faticare moltissimo all’inizio. E parliamo comunque di persone affascinanti e belle! Meryl Streep da giovane fu rifiutata a un casting perché “troppo brutta” mentre l’insegnante di recitazione della Winslet continuava a rimproverarla per il peso, definito eccessivo.
Questo fenomeno di esclusione dei corpi non statuari è molto comune nel cinema ma per fortuna lo è decisamente meno a teatro. Il senso, comunque, non c’è: se dobbiamo raccontare la vita, perché non la raccontiamo come è veramente? Magari si spendono tanti di quei soldi per creare scenografie degradate e poi se ne spendono altrettanti per adattare il bellissimo palestrato alla parte di un tossicodipendente di periferia. Sono convenzioni delle quali potremmo benissimo fare a meno, anche incoraggiando nuovi talenti.