Evoluzione degli standard di bellezza nel corso della storia
Il fatto che la bellezza sia negli occhi di chi guarda è testimoniato dal fatto che i canoni ideali nel corso della Storia siano cambiati moltissime volte.
L’idea di che cosa sia bello non è universale. Certo, per natura consideriamo belli corpi che siano comunque armoniosi a prescindere dalle loro forme e colori. È anche vero però che molte delle caratteristiche che oggi consideriamo belle non lo sono state nel passato e tutt’oggi non lo sono in ogni cultura del mondo. Proviamo a dare uno sguardo sintetico ai canoni di bellezza nelle civiltà del passato e fino ai tempi più vicini a noi.
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- Essendo per definizione la preistoria un’epoca nella quale la scrittura non era conosciuta, non abbiamo testimonianze dirette e inequivocabili su cosa fosse bello per i nostri antenati. Tuttavia le “veneri” simbolo di fertilità che sono arrivate fino a noi danno l’idea che fossero preferiti corpi femminili con caratteri prosperosi come seno e fondoschiena grandi, ventre ampio. Anche gli uomini dovevano essere altrettanto possenti.
- Civiltà egizia e minoica: le civiltà del Mediterraneo antico prediligevano donne dalle forme esili. Questo è testimoniato da opere scritte ma soprattutto dai tantissimi dipinti, bassorilievi e sculture che sono arrivati fino a noi. La donna ideale aveva una vita particolarmente stretta e in generale una figura “sfuggente”. L’uomo ideale aveva invece la vita stretta ma le spalle larghe.
- Civiltà greca e romana: per i greci e i romani il corpo ideale era quello che presentava un equilibrio di forme e si dimostrava funzionale e atletico: dunque muscoli in vista e gambe tornite per gli uomini, forme morbide (“curvy”) e aggraziate per le donne. Nel mondo romano gli occhi e i capelli scuri erano particolarmente apprezzati.
- Anche nel Medioevo si apprezzano colori mediterranei (capelli e occhi scuri) piuttosto a lungo e gli ideali di bellezza restano simili, almeno inizialmente, alla tradizione classica.
- Nella dinastia cinese Han (ca. 200 aC-200 dC) sono stati inaugurati alcuni dei canoni della bellezza asiatica che esistono ancora oggi come la pelle chiara, i piedi piccoli, la vita sottilissima e gli occhi grandi.
- I canoni di bellezza rinascimentali, se ci basiamo almeno sulle “grazie” della pittura, sono un mix tra i canoni greci e quelli preistorici: la parola d’ordine per la donna è prosperità: ampio petto, grandi fianchi, presenza possente. In più, pelle e occhi chiari erano un must. Per gli uomini continua ad essere apprezzato il fisico “atletico”.
- Nell’Inghilterra vittoriana (XIX secolo) piaceva la donna “paffuta” ma con la vita sottile. Già da qualche secolo la pratica del corsetto per assottigliare la vita era molto comune. La prosperosa femminilità ottocentesca sarà messa in discussione solo negli anni ’20 del ‘900, quando torna per la prima volta da secoli l’ideale della donna “bambina”, esile in ogni parte del suo corpo.
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Oggi i canoni di bellezza non sono ispirati alla natura ma piuttosto costruiti, quasi artificiali: né esilità né opulenza, ma un corpo dal ventre piatto, dalle spalle esili, dalle braccia sottili che presenti però un seno e un fondoschiena alti, sodi e prosperosi. Questo mix poco comune è molto raro in natura e anche da qui discende la frustrazione di tante donne che si vedono messe a confronto con canoni irraggiungibili.
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