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    Come gestire la frustrazione? 5 Segni che sei troppo frustrato
    Quali sono i segnali della frustrazione eccessiva e come gestirla? Ecco i principali sintomi e rimedi di una condizione tanto comune quanto spesso ignorata.

    Tutti parliamo di frustrazione, ma sappiamo davvero cos’è? Secondo Treccani il significato comune del vocabolo è “sentimento di chi ritiene che il proprio agire sia stato o sia vano” ma in psicologia indica la “condizione di tensione psichica determinata da un mancato o ostacolato appagamento di un bisogno”. La frustrazione può essere una condizione di breve durata o può dilatarsi nel tempo, spesso in risposta allo stress, quando i bisogni della persona restano continuamente insoddisfatti.

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    Il sentimento di frustrazione prolungata può manifestarsi in diversi modi, spesso “invisibili”, ma è importante riconoscerlo per poterlo gestire al meglio. Vediamo dunque i cinque principali segni di frustrazione eccessiva:

    1. Irritabilità: sentirsi continuamente tesi e pronti a scattare può indicare una condizione di frustrazione ignorata.
    2. Evitamento: le persone che si sentono frustrate potrebbero evitare di frequentare soggetti che riportano il loro pensiero al motivo della frustrazione. Ad esempio chi vive una vita sentimentale non appagante potrebbe smettere di frequentare amici che a suo giudizio sono “felicemente impegnati”.
    3. Ansia e nervosismo: la frustrazione può essere accompagnata da ansia e nervosismo costanti a causa dei pensieri negativi che porta con sé.
    4. Procrastinazione e rinuncia: la persona frustrata potrebbe adottare, in alternativa a un atteggiamento aggressivo, un atteggiamento passivo. Potrebbe dunque diventare rinunciataria e procrastinatrice, persa la speranza di vedere raggiunti i suoi obiettivi e soddisfatti i suoi bisogni.
    5. Senso di colpa e pensieri negativi: la frustrazione può favorire una condizione di depressione con pensieri negativi e senso di colpa per non avere raggiunto i propri obiettivi personali, di qualsiasi natura essi siano.
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    Quando si riconosce di essere eccessivamente frustrati è necessario agire per evitare di cadere in una rabbia eccessiva (facendosi terra bruciata) o in uno sconforto improduttivo (deprimendosi e rassegnandosi).

    Il primo passo è, ovviamente, riconoscere di essere frustrati. Questa parola, nel linguaggio comune, è spesso parificata a un insulto: si tende a dare del frustrato a chiunque non ci piaccia o ci sembri inferiore a noi. La frustrazione non è sintomo di inferiorità ma è un sentimento umano come gli altri, per giunta cagionato da comprensibilissime fonti stressanti come il mancato appagamento di bisogni e desideri. Non c’è niente di male nell’ammettere di essere frustrati, anzi, questo è il primo passo per combattere tale sentimento negativo.

    Il secondo passo per liberarsi della frustrazione è cercare di trasformarla in qualcosa di utile, proprio come le persone mentalmente consapevoli fanno con la rabbia. La frustrazione, proprio al pari della rabbia, può essere un grande veicolo di cambiamento, portando la persona a esprimere i propri bisogni e a lottare per essi: perché ciò accada ha però bisogno di essere incanalata in attività costruttive. Nel lavoro, la frustrazione usata bene può riflettersi in un maggiore impegno; nelle relazioni, può concretizzarsi nel parlare apertamente col partner stabilendo i propri confini e dichiarando i propri desideri.

    Il terzo passo per lavorare sulla frustrazione è cercare di arginare le fonti di stress. Infatti lo stress e la frustrazione, secondo gli psicologi, sono spesso intimamente legati. Cercare di circondarsi di persone positive e di non strafare è un modo per spegnere la frustrazione “da stress”.

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    Da ultimo, è bene cercare di accettare e comprendere il lato positivo della frustrazione. Questo sentimento, così invalidante sotto alcuni aspetti, è qui per ricordarci che siamo vivi e che non abbiamo ancora rinunciato a reclamare i nostri bisogni: dobbiamo solo trovare il modo migliore per ottenere ciò che desideriamo.

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