Il termine “ghosting” sta a indicare una malsana abitudine sempre più diffusa nell’ambito delle relazioni: sparire all’improvviso interrompendo ogni contatto, sia dal vivo che in forma digitale, bloccando ad esempio una persona su tutti i social.
Questo atteggiamento può avere gravi ripercussioni su chi lo subisce. Si passa da una iniziale fase di incredulità e confusione, nella quale ci si chiede se non sia accaduto alla persona “scomparsa” qualcosa di grave; quando arriva la consapevolezza di avere subito ghosting, si alternano spesso sensazioni di rabbia, frustrazione e tristezza. Le vittime di ghosting possono arrivare a manifestare una forte ansia accompagnata da ruminazioni mentali eccessive e possono persino sentirsi in colpa, come se avessero provocato loro la fine della relazione (non è così).
Molti si chiedono se sia possibile prevenire il ghosting, ma in realtà è quasi impossibile capire se una persona farà questa scelta in futuro. Si tratta infatti di una condotta improvvisa, che spesso arriva come un fulmine a ciel sereno e non è preceduta da alcun segnale. Il ghosting non riguarda solo i rapporti di coppia ma può verificarsi anche in ambito familiare o lavorativo.
Quali sono le motivazioni dietro al fenomeno del ghosting? Sicuramente la fluidità delle relazioni nel mondo digitale rende molto più facile lo sparire nel nulla: basta un click. Ma questa spiegazione non basta a inquadrare il fenomeno. Potremmo dire che chi tronca le proprie relazioni in questo modo porta con sé un bagaglio di psichico fatto di paure, credenze e schemi relazionali complessi che hanno come perno il tentativo di evitare ogni attrito e conflitto e di evadere dalle conseguenze delle proprie azioni. Spesso chi fa ghosting ha un’immagine “perfezionista” delle relazioni e tende a fuggire ogni volta che si presenta un problema, anche relativamente piccolo.
Molte persone che hanno fatto ghosting dichiarano di aver agito in questo modo perché a loro volta vittime di questo comportamento, oppure per non passare per “cattive”, oppure ancora per “tutelare l’altro” da forme di chiarimento dal vivo che sono interpretate come più dolorose del silenzio. Inutile ribadire che questo comportamento è in realtà disfunzionale e mette al riparo soltanto la persona che lo attua, molto meno colui o colei che è vittima.
Subire il ghosting, come abbiamo accennato poc’anzi, può essere molto doloroso. È normale sentirsi confusi e tristi, è normale domandarsi ossessivamente che cosa sia andato storto. Ma l’unico modo per tutelarsi è ripartire da sé, cercando di elaborare l’abbandono in maniera funzionale. È necessario concentrarsi sui propri bisogni, prendersi carico attivamente della propria salute mentale e fare attività stimolanti e piacevoli non perdendo mai di vista i contatti con gli amici e con la famiglia, che possono offrire un supporto significativo.
Per riprendersi dalla ferita del ghosting ci vogliono tempo, pazienza e resilienza ma con il tempo la ferita tenderà a rimarginarsi. Se questo non dovesse succedere in tempi ragionevoli, significa che c’è da recuperare qualcosa di importante: l’autostima. Per uscire dal vortice della perdita infatti è necessario far leva sul proprio valore di persona, a prescindere dai feedback del mondo esterno. Lavorare sulla propria autostima intraprendendo un percorso di guarigione personale è consigliato a tutte le vittime del ghosting per superare al meglio possibile il “lutto” del rapporto perduto.
E voi? Avete mai subito ghosting? Come ne siete usciti?