Spesso siamo i più spietati critici di noi stessi. Vediamo gli altri perfetti, sicuri e vincenti, mentre dal canto nostro crediamo di non essere “abbastanza”. Quando ci guardiamo allo specchio siamo più portati a vedere un cumulo di mancanze che un corpo e una mente da amare e rispettare. Ciò può riflettersi in modo negativo sulla vita quotidiana e sulle scelte che si intraprendono. Ma perché succede? Lo vedremo in questo articolo.
La mancanza di autostima è un problema diffusissimo e trasversale tra le generazioni e porta ad autoimporsi limitazioni che ostacolano il godimento della vita. Per quanto il problema sia sentito e condivisibile, la mancanza di autostima non deve però trasformarsi in una scusa.
Infatti piangersi addosso e lasciarsi andare all’autocritica più distruttiva è paradossalmente la scorciatoia, la via facile. Attaccando noi stessi prendiamo le distanze dai problemi e in qualche modo diamo luogo a un rito di autoassoluzione. In altre parole, disprezzandoci ci separiamo dalle nostre scelte, come se non fossero state fatte consapevolmente ma per influsso di presunti difetti immodificabili.
Questo spiega una delle possibili origini del disprezzo per noi stessi: qualcosa che abbiamo fatto non ci fa stare tranquilli e perciò ci vogliamo distanziare dalla nostra interiorità. È vero però che in altri casi siamo portati a disprezzarci per qualcosa che abbiamo subito: in questo caso è importante rendersi conto che ciò che ci è capitato nella vita non definisce il nostro vero valore.
Altri motivi per cui ci disprezziamo sono il cercare di mantenere relazioni fragili, nelle quali l’altro è idealizzato (e noi per contrappasso ci “rimpiccioliamo”) e la ricerca dell’autostima negli altri e non in noi stessi. Infatti chi affida agli altri il proprio senso di sé si vedrà spesso restituita un’immagine distorta, che non rende giustizia alle proprie reali capacità. La vera autostima si trova infatti nell’interiorità e non va cercata all’esterno, in un’approvazione altrui che per le logiche della vita appare spesso sfuggente e discontinua.
Si dice sempre che è importante raggiungere una buona autostima, e questo è vero. Bisogna però dire che un rapporto sano con se stessi assomiglia più a un pendolo che oscilla tra l’odio e l’amore. Infatti apprezzarsi è importante, ma non tanto da costruire un’immagine idealistica di sé. Rimproverarsi per scelte sbagliate che si sono fatte, senza arrivare a crocifiggersi, è l’altra faccia sana della medaglia.
Questo oscillare dovrebbe essere contenuto ed equilibrato, senza variare troppo nel corso della giornata e senza raggiungere picchi estremi. Se ti rendi conto che passi dall’idealizzazione di te stesso alla totale svalutazione in modo rapido e continuo, è possibile che tu abbia un problema. Questo oscillare è caratteristico, ad esempio, di condizioni psicologiche come il disturbo borderline di personalità. In tal caso è necessario rivolgersi a un professionista per avere il giusto aiuto.