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    Quando l’amore diventa ossessione: la limerenza
    La limerenza è qualcosa di più di una semplice cotta: è una vera e propria ossessione per l’oggetto del desiderio.

    Se l’infatuazione per una persona va sopra le righe; se vi trovate a pensare a lei ogni secondo della vostra giornata; se il desiderio che provate è acceso e incontrollabile; se alternate ossessione e paura del rifiuto; se l’oggetto del vostro pensiero è sfuggente e poco affidabile, almeno nella vostra percezione, forse non siete innamorati ma siete “limerenti”.

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    La limerenza non è una semplice cotta. È una condizione descritta nel 1979 dal libro di Dorothy Tennov Love and Limerence: The Experience of Being in Love. Di cosa si tratta? Della sensazione di essere completamente assorbiti dall’oggetto del proprio desiderio fino a coltivare un’ossessione. Abbiamo già detto in molti articoli che l’amore e il disturbo ossessivo compulsivo un po’ si somigliano: ecco, la limerenza è proprio la dimostrazione di ciò.

    “Ma tutti abbiamo sperimentato questa condizione nel momento in cui ci siamo innamorati” potreste dire. In parte è vero. Ma parliamo di limerenza quando questo ultra-attaccamento diventa distruttivo e si concretizza in una continua richiesta di conferme.

    Secondo gli esperti, la limerenza consiste in tre fasi:

    • L’infatuazione iniziale, quando la persona inizia a diventare centrale nella vita e nel pensiero.
    • La cristallizzazione, quando l’oggetto della limerenza viene posto su un piedistallo e idealizzato.
    • Il deterioramento, quando la limerenza spinge a dare il peggio di sé.
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    La limerenza può venire sperimentata da tutti, ma ci sono alcune categorie di persone che potrebbero provarla in modo più intenso:

    • Chi soffre di ansia o depressione
    • Chi ha l’ADHD
    • Chi ha il cosiddetto “attaccamento ansioso”

    Secondo lo psicologo Michele Mezzanotte la limerenza è il segno che qualcosa non va, che è presente un malessere di fondo. Infatti si tratta di un modo tossico di entrare in una relazione, complicato dal fatto che spesso l’oggetto dell’ossessione nemmeno se ne rende conto. Spesso la limerenza è un vissuto solitario, e per questo ancora più difficile da sradicare: sono presenti il desiderio di rivelarsi e la paura di farlo, con la consapevolezza che l’altro potrebbe fuggire se si rendesse conto di essere al centro di una tale forma di fissazione.

    Ma la limerenza è qualcosa per cui vale la pena di preoccuparsi? Secondo Mezzanotte sì, ma non troppo. Il trucco, in questi casi, è fare un percorso personale orientato al “lasciar andare”. Non possiamo controllare fino in fondo quello che ci succede e, soprattutto, non possiamo controllare l’eros, questa forza incontenibile e misteriosa che dagli albori della storia tutti cercano di definire. “Ogni spiegazione sull'amore, ogni definizione è destinata a durare poco e fallire nel tempo” conferma Mezzanotte. Oggi siamo ossessionati, tutti, dal bisogno di definire le nostre relazioni, mentre dovremmo lasciarci prendere con più serenità dai capricci dell’eros, coscienti della nostra impotenza di fronte al mistero dei sentimenti del nostro cuore.

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    La limerenza non è una malattia da cui si deve guarire: è piuttosto un segnale che ci deve spingere a riconsiderare il nostro rapporto con la persona da cui siamo diventati dipendenti. Vale la pena di perdersi in un gorgo di sentimenti ambivalenti che fanno male a noi e all’altro, senza concederci di godere della bellezza dell’amore equilibrato? Forse no.

    E voi avete mai provato la limerenza? Come ne siete usciti?

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