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    Notte di San Lorenzo: curiosità e tradizioni della notte delle stelle cadenti
    La Notte di San Lorenzo è la serata delle stelle cadenti, una notte affascinante che spinge milioni di persone a restare col naso all’insù per assistere, nel cielo, uno spettacolo davvero unico. Come nasce la storia di questa particolare giornata? Cosa c'è di vero e quali sono le date migliori per guardare la pioggia di stelle cadenti?

    La Notte di San Lorenzo ha una storia che intreccia astronomia, religione e antichità. La tradizione delle stelle cadenti ha origini molto antiche e solo più tardi fu associata al martirio di San Lorenzo. Secondo la leggenda, infatti, il giovane diacono Lorenzo fu arso vivo su una graticola, i cui carboni ardenti furono associati al fenomeno delle stelle cadenti, chiamate anche lacrime di San Lorenzo. Il 10 agosto, quindi, è il giorno in cui, nel calendario cristiano, si ricordano il santo e il suo martirio. Ma attenzione: questo giorno non sempre è il momento migliore per vedere le stelle cadenti in tutto il loro splendore. I giorni a ridosso della data, sia prima che dopo, spesso sono più ricchi di stelle cadenti che il 10 agosto.

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    Ciò è spiegato da una questione puramente astronomica: non si tratta di stelle cadenti. La definizione di stella cadente è infatti impropria: le stelle sono caratterizzate da una luce fissa, e non "cadono" affatto. In effetti, quelle che noi vediamo, sono meteore (detriti di polveri e ghiaccio) e, anche qui, la spiegazione si deve cercare nella scienza.

    Il motivo per cui queste scie luminose appaiono nel cielo terrestre proprio a metà agosto è dovuto al fatto che è in questo periodo che la Terra passa attraverso lo sciame delle Perseidi, meteore appunto. Quelle che vediamo, quindi, non sono stelle cadenti, ma Perseidi e, per vederle al meglio, è bene assicurarsi di essere al buio: le luci della città non sono l'ideale per scorgere delle scie nel cielo stellato. Se si è in vacanza, quindi, meglio approfittare di prati, spiagge, parchi, e munendosi di pazienza restare tutta la notte col naso all'insù.

    Le Perseidi sono uno sciame meteorico che la Terra si trova ad attraversare durante il periodo estivo nel percorrere la sua orbita intorno al Sole. La pioggia meteorica si manifesta dalla fine di luglio fino oltre il 20 agosto, con una media di circa un centinaio di scie luminose osservabili ad occhio nudo ogni ora. Ciò rende questo sciame tra i più rilevanti in termini di osservabilità tra tutti quelli incrociati dal nostro pianeta nel corso della sua rivoluzione intorno al Sole.  Il nome deriva dal greco ?e?se?da? (Perseidai), termine utilizzato nella Mitologia greca in riferimento ai figli di Perseo. La cometa che ha dato origine a questo sciame è la Swift-Tuttle. Il suo ultimo passaggio al perielio (punto di minima distanza di un corpo celeste dal Sole), è avvenuto nel 1992, e il prossimo si realizzerà nel 2126. Le meteore che noi vediamo ora sono particelle rilasciate durante le passate orbite della cometa.

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    Tralasciando l’astronomia, concentriamoci ora sull’aspetto più affascinante della Notte di San Lorenzo. Da sempre l’uomo rimane estasiato da queste scie luminose che percorrono il cielo, dando vita a numerose leggende e tradizioni. Le prime osservazioni delle Perseidi risalgono al 36 d.C. ad opera dei Cinesi, ma le tradizioni più interessanti risalgono principalmente all’antica Roma e all’antica Grecia. Prima dell’avvento del Cristianesimo, le stelle cadenti erano viste come segni divini. Ad esempio, a Sparta, ogni nove anni, il re veniva sottoposto al giudizio delle stelle: se, infatti, durante il nono anno veniva avvistata una stella cadente, ciò era considerato un segno sfavorevole degli dei, e dunque il re veniva deposto. Inoltre, il periodo in cui noi guardiamo le stelle cadenti nell’antica Grecia veniva collegato alle falloforie, processioni sacre per rendere i terreni più fecondi e il raccolto più abbondante.

    La tradizione che ha ispirato quella cristiana è però nata nell’antica Roma. Innanzitutto, bisogna sottolineare che Agosto era il mese dedicato all’imperatore Augusto, durante il quale venivano celebrate molte feste legate al mondo agricolo. Tali festeggiamenti erano spesso accompagnati da processioni, durante le quali avvenivano i fescennini, versi mordaci e alquanto spinti il cui nome rimanda a “fascinum” con cui ci si riferisce sia al malocchio che al membro maschile. Durante queste processioni veniva portato il fallo di Priapo, dio della fertilità: la pioggia di stelle cadenti veniva quindi associata all’eiaculazione di Priapo, con cui il dio rendeva fertili i campi e garantiva un buon raccolto per i mesi successivi.

    La religione cristiana ha assorbito in sé alcuni aspetti delle varie tradizioni pagane, in particolare di quella romana. Innanzitutto, il nome Lorenzo rimanda foneticamente alla controparte femminile di Priapo, Larentia, la Grande Madre che, accoppiandosi con tutti, produceva tutto quello che c’è sulla Terra. Tuttavia, la tradizione cristiana ha modificato totalmente quella pagana, e le “lacrime” di Priapo sono diventate le lacrime di San Lorenzo, arcidiacono cristiano vissuto durante l’epoca dell’imperatore Valeriano. Nel 258 d.C. l’imperatore emanò un editto secondo cui diaconi, vescovi e presbiteri dovevano essere messi a morte. Il 6 agosto venne ucciso papa Sisto II, insieme a quattro suoi diaconi, mentre il 10 agosto fu il turno di San Lorenzo, di soli 33 anni. Secondo l’antica testimonianza raccolta da Sant’Ambrogio, Lorenzo fu bruciato sopra una graticola, scena che ispirò opere d’arte e detti popolari. Tuttavia, secondo studi approfonditi, l’editto di Valeriano non prevedeva alcun tipo di tortura, per cui probabilmente Lorenzo fu decapitato come tutti gli altri. In ogni caso, la tradizione vuole che le stelle cadenti del 10 agosto vengano associate ai carboni ardenti su cui venne bruciato il santo secondo la leggenda.

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    Infine, un’ultima curiosità: perché oggi, quando si vede una stella cadente, si esprime un desiderio?

    L’origine va ricercata nella parola desiderio, probabilmente dal latino “de sidera“, che rimanderebbe, secondo quanto riportato nel Dizionario etimologico della lingua italiana (DELI), al significato di “cessare di contemplare le stelle a scopo augurale”. Il filosofo Galimberti ha tuttavia proposto una variante nell’etimologia della parola, interpretando l’espressione latina come “stare sotto le stelle ed attendere”. Quest’ultima ci rimanda al De Bello Gallico di Cesare, in cui i “desiderantes” erano i soldati che, dopo aver combattuto durante il giorno, aspettavano sotto le stelle i compagni che ancora non erano tornati. Il desiderio era anche quello dei marinai di giungere sulla terra ferma, affidandosi proprio alle stelle e leggendo il cielo. La stella cadente come guida la troviamo poi nella tradizione cristiana: è stata proprio la stella cometa a guidare i Magi verso Gesù Bambino.

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