Su Instagram ci sono 2,8 milioni di post marchiati con questo hashtag. Su TikTok i video #onfleek hanno più di 55 milioni di visualizzazioni. Ma cosa significa questa espressione e perché è così diffusa su social e web? Ecco svelato il mistero. Tra le altre cose, c'entrano le sopracciglia.
On fleek: le origini
Il primo sito a dare una spiegazione di cosa significhi on fleek è UrbanDictionary. La definizione risale al 2003 e dà a queste due parole il significato di nice, che sta per carino, e awseome, che significa magnifico, fantastico. Insomma, non era altro che un'espressione diffusa nello slang afroamericano. Ciò che il sito ancora non definiva era la portata del suo successo sul web.
Nel 2014, quando TikTok non esisteva ancora, per scoprire video carini e divertenti c'era Vine. Su questo social network specializzato in mini filmati, una ragazza di nome Peaches Monroee ha pubblicato un video in cui definiva le sue sopracciglia "on fleek. Il filmato divenne un vero e proprio tormentone. Il brano freestyle con cui omaggiava i suoi archi sopraccigliari entrava in testa di chi guardava il video e non andava più via. Per questo oggi su Instagram, collegati all'hashtag #onfleek, ci sono tantissime foto dedicate a sopracciglia perfette e a tutorial di bellezza per realizzarle. Quindi la prima cosa da sapere su questo hashtag è che si tratta di un richiamo al mondo del beauty e del make up.
Dopo quel video però qualcosa è cambiato. L'espressione comune nella comunità nera americana stava preparando il suo sbarco nello slang mainstream. Artefice dell'impresa, Ariana Grande. La cantante infatti ha usato l'espressione on fleek durante un video in cui canticchiava il rap di Peaches Monroee. Questo filmato e la sua interprete hanno reso l'espressione un fenomeno mondiae. Poi sono arrivati i meme, con bambini e arcate sopraccigliari disegnate degne di nota. La loro tagliente ironia e l'hashtag #onfleek si sono adattati a qualsiasi tipo di argomento: dai selfie al cibo, passando per le proprie ambizioni personali. Tutto poteva e può essere on fleek.
On Fleek: come usarlo sui social
Non ci sono limiti all'uso che si può fare dell'hashtag #onfleek. Sia su TikTok sia su Instagram può essere usato per l'ultima creazione culinaria, per l'abbronzatura o per raccontare l'ultimo party memorabile a cui si è partecipato. "Le tue sopracciglia sono on fleek" è il modo migliore per usare questa espressione. Nasce per questo, del resto. "Il tuo make up/taglio di capelli/outfit è on fleek": usandolo in questo modo, il termine non perde la sua caratterizzazione, definendo comunque qualcosa di fantastico. L'hashtag #onfleek è perfetto per i selfie, ma per i più creativi può essere esteso anche a faccende immateriali come le proprie ambizioni. Sostituisce in tutto e per tutto l'onnipresente awesome, che come hashtag su Instagram raccoglie ad oggi 97 milioni di post.
Da on fleek a woke
Secondo il magazine Wear your voice l'espressione on fleek ha anche generato un dibattito razziale in America. C'è chi dice che l'espressione sia stata "rovinata" dai bianchi. C'è infatti da specificare che la famosa Peaches Monroee, creatrice del tormentone su Vine il cui vero nome era Kayla Newman, era una ragazza afroamericana. Dalla sua invenzione, molti brand di fama internazionale hanno sfruttato l'espressione on fleek anche per scopi commerciali. Ad esempio, Forever 21, marchio di abbigliamento, lo ha stampato sulle sue magliette.
Ma la lingua si rinnova e trova strade sempre nuove e creative per esprimere lo spirito del tempo. Attraverso il suo African American Vernacular English (AAVE), il popolo afroamericano ha messo in circolo la parola woke che sta per "attento alle ingiustizie sociali, specialmente quelle con radice razzista". Il termine è stato ripreso anche dall'Oxford Dictionary, diventando la nuova parola "nera" del momento. Ma la lingua non ha confini e tanti americani sono schierati a favore di questa battaglia. Per questo, meglio tenere d'occhio anche woke: il prossimo tormentone social partirà da questa parola.
E se fosse ormai un termine abusato?
Quindi, guardando alla storia di on fleek, possiamo senza dubbio dire che gira da un po'. Sono ben 17 anni che questa espressione viene usata per definire fantastico qualcosa. Come spiega bene Insider, forse potremmo anche scegliere qualcosa di nuovo. Il suo uso trasversale, non politicamente caratterizzato, l'ha reso un termine abusato, ormai privo di originalità. Solo un altro modo per dire "bello", "fantastico". Dato che l'espressione è nata per parlare di sopracciglia e viviamo tutti in una società che non basa le sue forme di governo o il suo andamento economico su questa parte del corpo, forse è il caso di limitarne l'uso.
Gli hashtag che vanno di più in questo momento
Magari hai appena scoperto cosa significa on fleek e non vedi l'ora di usarlo, anche se nel mondo aglosassone è ormai abusato. Niente paura. Per fortuna il web è un posto meraviglioso in cui le parole diventano mode bizzarre da seguire e da alimentare. Ricorda che gli hashtag giusti ti aiutano a ottenere più like e ad aumentare i follower del tuo profilo. Secondo le regole attuali, Instagram permette di inserire un massimo di 30 hashtag per post. Superare questo limite crea un effetto boomerang, ovvero nessuna visibilità. Gli esperti consigliano di limitare il numero di hashtag a massimo 5, tenendo buoni quelli di bassa-media popolarità, molto affini al tema della foto pubblicata. Più gli hashtag saranno mirati, più i risultati ottenuti faranno schizzare il numero di like e follower. Inoltre, largo alla creatività: non vanno pubblicati sempre gli stessi hashtag, ma bisogna variare a seconda del post creato. Al momento gli hashtag più popolari in Italia sono: #sicilia, #cibo, #viaggio, #colazione, #pomodoro, #nuvole, #ragazza, #vacanzestudio, #abbigliamentodon, #bambino.