La nomofobia è la paura o l’ansia di rimanere senza telefono cellulare o senza connessione alla rete. Il termine deriva dall’inglese “no mobile phone phobia” e descrive, appunto, il panico che si scatena quando il telefono è scarico o assente o non prende.
La nomofobia si manifesta con una serie di sintomi che, pur variando da persona a persona, hanno un filo conduttore comune: l’ansia. Chi ne soffre, ad esempio, può provare una forte agitazione se si accorge di aver dimenticato il telefono a casa o se la batteria sta per spegnersi. Questa sensazione non è semplicemente un piccolo fastidio, ma può arrivare a generare nervosismo, irrequietezza e persino veri e propri attacchi di panico.
Un altro aspetto caratteristico è il bisogno continuo di controllare notifiche, messaggi o aggiornamenti, anche in situazioni in cui non sarebbe necessario. Questo comportamento, col tempo, può influire negativamente sul livello di concentrazione, perché la persona sente di non poter “staccare” mai dal proprio dispositivo.
Dal punto di vista fisico, la nomofobia può accompagnarsi a sintomi come tachicardia, sudorazione, tremori o difficoltà a respirare, soprattutto nei momenti in cui si percepisce di non avere accesso al telefono. Sul piano psicologico, invece, emerge spesso un senso di isolamento o di paura di “perdersi qualcosa” (quella che viene chiamata FOMO, ovvero fear of missing out).
Ma cosa c’entra la nomofobia con le relazioni sentimentali? In realtà, questa forma di dipendenza può incidere in modo significativo sul modo in cui vengono vissuti i rapporti di coppia.
Chi non riesce a rinunciare alle notifiche può sviluppare una sorta di “fame di aggiornamenti” per cui può voler rimanere sempre in contatto con il partner quando è distante. Spesso la forma che prende questo comportamento non è la giustificabile abitudine a sentirsi di frequente, ma è un vero e proprio martellamento. Tanto scalpore è suscitato dal fenomeno dei partner gelosi o controllanti: in realtà anche un partner nomofobico può rivelarsi soffocante. Quando il compagno/a non risponde perché magari impegnato a fare la doccia o a guidare, il soggetto che soffre di dipendenza da smartphone potrebbe attraversare una piccola-grande crisi, tempestando l’altro di messaggi e vivendo intensi momenti d’ansia.
Un altro problema frequente tra i nomofobici è l’incapacità di godersi il momento. Questi soggetti tendono ad avere sempre il cellulare in mano, si fanno distrarre dalle notifiche e passano il tempo a “scrollare” anche quando sono in compagnia. Questo fenomeno è definito phubbing e descrive l’abitudine di guardare il telefonino invece che dialogare con il partner. Infine, la scarsa attenzione che affligge chi si abitua troppo a seguire le notifiche incide anche sulla qualità dell’ascolto in coppia: in amore non basta essere presenti, ma è necessario essere attenti.
Tutti questi problemi possono effettivamente minare la qualità del tempo che si passa in coppia. Fosse anche solo per questo, è importante provare a “disintossicarsi”. Si può iniziare silenziando il telefono, sforzandosi di metterlo via quando si parla con le persone, imparando tecniche di meditazione. Se però tutto ciò non dovesse servire, ricordiamo l’importanza di un aiuto professionale.
Liberarsi della nomofobia può effettivamente trasformare una relazione di coppia, rendendo il rapporto più armonico e intenso. Il cellulare non dovrebbe più essere una “stampella”, ma dovrebbe ritornare a essere un semplice strumento. Sentire il partner anche quando è distante è un privilegio dato dalla tecnologia: ma quando siete insieme ricordatevi che la vita vera è offline (e vale di più).