Una volta il maschio italiano era in cima alle classifiche del “macho latino”, vero e proprio emblema dell’amante perfetto a letto. Ora, la forza dell’uomo vero, del maschio "doc", è tutta nel cervello e nel cuore, in una virtù interiore che si chiama autostima. A decretare una volta di più il tramonto del "bello e impossibile" è un’indagine firmata da Ispo (Istituto per gli studi sulla pubblica opinione) per conto della Società italiana di andrologia (Sia) che vede l’uomo del Duemila, come un "eroe normale", capace di sopportare, più che la fatica fisica, quella mentale e psicologica legata a un contesto socio-economico sempre più problematico.
Lo svela una ricerca condotta su quindicimila donne di venti nazionalità diverse: gli italiani non sono i più iperattivi a letto. Il primo posto, con un’attività sessuale più frequente, se lo aggiudicano gli spagnoli, il secondo i brasiliani e solo terzi gli italiani. Quarti i francesi, che fanno più l’amore (8,8 volte al mese contro il 7,6 degli italiani) ma solo perché convivono di più.
La colpa? va tutta allo stress: lavoriamo troppo, facciamo meno sesso. Inoltre, secondo la ginecologa e sessuologa Alessandra Graziottin, la crisi del maschio italico e non solo, sarebbe stata determinata dalle donne, divenute più aggressive: “Le donne sono in una condizione di costante stress– spiega la Graziottin –dormono meno di quanto dovrebbero, sei ore e mezza anziché otto, producono cortisolo e adrenalina a tutto spiano, perciò sono più aggressive e irritabili. La mancanza di sonno sollecita la voglia di grassi e zuccheri, e questo abbassa la libido. Poi ci sono i bambini, il lavoro, le preoccupazioni, è una situazione di allerta senza interruzioni. Per il sesso di qualità ci vuole tempo, e il tempo non c’è mai. Fare l’amore è diventato come timbrare il cartellino, o come lavarsi i denti, qualche volta anche meno piacevole. All’impoverimento economico si è accompagnato un impoverimento sentimentale. Nessuno è il più grande amante in queste condizioni”.
Conseguenze di tutto questo? Le donne corrono ai ripari con sex toys e siti per mogli scontente. Ed è boom di iscrizioni ai siti di appuntamenti online. Amore e crisi economica, insomma, creano un vortice negativo che attanaglia i machi latini. Eppure, il sesso sarebbe proprio lo strumento migliore per allentare le preoccupazioni.
Tramontata l'era dei playboy latini, adesso le donne sognano l'intellettuale. Al via la passione solo se lui ha una forte autostima. L’uomo ideale, dunque, non assomiglia più ad alcun Casanova del passato, nemmeno ad Ercole; il suo identikit, ora, è quello di un individuo consapevole di se stesso e dei propri limiti, ma comunque in grado di accettarli e superarli. Un uomo giusto e leale, ironico e allegro, sensibile ai problemi del pianeta.
Per gli uomini italiani avere autostima significa "piacersi", "essere soddisfatti di sé", "mostrare la capacità di affrontare i problemi". In generale gli italiani sono abbastanza soddisfatti del proprio livello di autostima, come commenta il sociologo Mannheimer. Attenzione però alla cosiddetta "età della crisi" in cui i maschi dello Stivale “manifestano insicurezza e malessere anche in tema di autostima».
Da dove nasce l’autostima? Secondo gli interpellati, le leve che ne regolano il livello sono più interne (49%) che esterne (37%). Il primo fattore chiave è la realizzazione dei propri obiettivi, seguono l’equilibrio tra sé e il mondo esterno, l’accettazione dei propri limiti e il carattere personale.
Fra gli elementi esterni spiccano poi i rapporti interpersonali, i successi (o insuccessi), e il confronto con gli altri. Nel dettaglio, a incidere di più dall’esterno sulla considerazione di sé ci sono la famiglia, il benessere psicofisico, il lavoro, le relazioni sentimentali e quelle sociali. In coda ci sono invece il benessere economico e il sesso.
Volendo fare dei distinguo - precisa Mannheimer - i giovanissimi danno maggior importanza al sesso, alle relazioni sociali e al loro benessere psicofisico, mentre gli uomini tra i 35 e i 54 anni sono molto più influenzabili da famiglia, lavoro e benessere economico. Di contro, gli ultra 55enni sembrano preoccuparsi meno del sesso, mentre tengono in considerazione famiglia, relazioni sociali e salute.
Insomma, l’autostima nasce "da dentro", ma viene condizionata dalle sorprese che la vita riserva. Rimanendo poi sul rapporto di coppia, armonia tra partner e autostima si alimentano a vicenda. Da un lato, se lui si piace, la relazione è più stabile, dall’altro il rapporto di coppia tiene alta l’autostima. Non la crea, ma la alimenta, soprattutto se l’intesa si traduce in complicità, comprensione e gestione condivisa dei possibili disturbi sessuali. Il benessere sessuale è il barometro della salute di un uomo. Acquisire consapevolezza sulla natura di questi problemi e avere voglia di risolverli dimostra come gli uomini stiano maturando una nuova coscienza di sé e dei propri limiti.