Quando una relazione diventa stabile e duratura, la vita inizia ad assumere una prospettiva diversa, fatta di bilanci e di progetti per il futuro e, tra questi, prima o poi arriva una delle scelte più importanti, quello dell’avere o meno dei figli. Se per molte coppie si tratta di un passo quasi scontato, per altre, invece, può rappresentare uno scoglio importante da arginare, al fine di proseguire il proprio percorso in armonia. Non sempre, infatti, uno dei due si sente pronto a tale passo e spesso è l’uomo e, di fronte alla possibilità concreta di diventare padre, si oppone o tende a rimandare il discorso.
Al contrario, se una relazione la rende felice, la donna spesso tende a fare progetti e a vedere nella maternità un completamento del rapporto, una “conseguenza” naturale dello stare insieme. E poi, a una certa età, l’orologio biologico si fa sentire e la induce a pensare che il momento di mettere su famiglia sia arrivato e non si possa rimandare ulteriormente.
Cosa fare allora quando questo desiderio di maternità diventa impellente? La prima regola è cercare di non pressare troppo il proprio uomo. Diventare insistenti, obbligarlo o “ricattarlo” ponendolo di fronte a una scelta (“o abbiamo un bambino o ci lasciamo”) non serve a niente.
Scegliere di avere un bambino è una decisione troppo importante per essere presa senza convinzione o solo per far felice qualcuno. Cercare di comprendere le motivazioni del “rifiuto” del proprio partner è fondamentale. Dietro la sua riluttanza potrebbero nascondersi tante cose: un periodo stressante, un problema finanziario, la paura di fallire ancora se è già diventato padre in passato ma la storia con la sua ex compagna è naufragata. Dialogare è molto importante per capirsi. Attenzione, però, a non parlare ogni giorno dell’argomento. Potrebbe essere controproducente.
Dopo averlo rassicurato in merito alle sue paure, lasciargli il tempo di riflettere in autonomia è fondamentale. Solo così potrà abbandonare i timori che lo attanagliano e decidere, non in modo avventato, di fare il grande passo. Forse non si sente all’altezza di diventare genitore. Forse teme di rinunciare alla parte più spensierata di se stesso. Forse, ancora, sente che mettendo su famiglia il rapporto ne risentirà. Ci sarà meno tempo per le cenette romantiche a lume di candela o per i weekend improvvisati.
Crescere un figlio richiede responsabilità e, inevitabilmente, rivoluziona le abitudini. La libertà che si ha prima viene a mancare e questo per alcuni rappresenta un peso e, al contempo, una paura. Inoltre, se la storia procede bene, l’uomo a volte diventa “conservatore” e per non turbare l’armonia della coppia, valuta con diffidenza qualsiasi cambiamento importante, come quello di avere un figlio. Non di rado, infatti, la felicità di essere padre sopraggiunge solo dopo che la compagna ha partorito e il bambino nasce.
Dopotutto, quello di avere un figlio è un momento importante nella vita delle persone e se privarsene per propria scelta è un conto, farlo per il volere di qualcun altro è invece tutt’altra cosa.
Prima di qualsiasi passo, allora, proviamo a riflettere su alcune cose. Anzitutto, capire se il no è assoluto o temporaneo. Molti uomini infatti, hanno bisogno di metabolizzare la cosa prima di poter dire ok all’idea di un figlio. In altri casi l’idea della paternità è legata alla paura di non essere in grado di provvedere ai bisogni del neonato o di scoprire di essere dei cattivi genitori. In entrambi i casi, parlare è l’unica scelta possibile per aiutare il proprio compagno e per cercare di risolvere il problema.
Aiutandolo a capire che diventare padre non lo porterà a smettere di vivere e che le responsabilità saranno divise tra entrambi, può essere già un buon punto di partenza al quale si può considerare di aggiungere qualche seduta di terapia da affrontare anche in coppia, in modo da capire se ci sono problemi non risolti e come affrontarli insieme.
Affrontare la questione mettendo in chiaro le proprie esigenze. La vita a due è fatta di punti di incontro. Ciò avviene perché si parla sempre di mettere insieme due teste diverse che ragionano a modo proprio e che seguono bisogni personali spesso diversi da quelli dell’altra metà. Quando si parla di figli, però, l’argomento diventa molto delicato perché la scelta di uno può diventare un impedimento per l’altro. Per questo motivo è indispensabile parlarne con la dovuta calma cercando di capire quanto è gravoso per uno e per l’altra la scelta di avere o non avere un figlio.
Giungere alla decisione finale. Se anche parlandone e affrontando il “problema” da più prospettive la sua posizione è rimasta invariata, allora l’unica cosa da fare è sedersi a riflettere su ciò che si vuole davvero dalla vita. Se il desiderio di un figlio non è poi così grande, si può pensare di accontentare il compagno, costruendo una vita comunque piena e soddisfacente. Qualora, però, il desiderio fosse forte e genuino, questa opzione andrebbe scartata. La maternità è infatti qualcosa di molto importante alla quale non si può rinunciare per accontentare qualcuno. In tal caso è giusto prendere in considerazione tutte le opzioni, ivi compresa quella di separarsi da un compagno che ha aspettative diverse dalla vita di coppia per riprendere in mano la propria vita e inseguire il proprio legittimo sogno di avere un figlio. Certo, si tratta di una scelta mai facile e che può portare una certa sofferenza, specie se il rapporto alla base è sano e felice per tutto il resto. Una simile rinuncia, però, con il tempo potrebbe portare a delle spaccature che alla fine graverebbero sulla coppia, portando ad un rapporto ormai spento e per giunta senza il figlio che si era tanto desiderato. Anche in questo caso può essere opportuno chiedere il parere di un terapeuta al fine di conoscersi meglio, di esplorare i propri bisogni e di prendere la decisione migliore per se stessi.