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    Come gestire la fine di una relazione tossica
    Gestire la fine di un rapporto non è mai facile, ma porre fine ad una relazione tossica è fondamentale per riprendere in mano la propria vita e riacquistare l'autostima e la fiducia in sé. Come bisogna comportarsi in questi casi?

    Sono tante le relazioni sentimentali che, anziché benessere, creano in uno dei due membri della coppia, ansia e insicurezza, basandosi su compromessi non sempre vantaggiosi e difficili da gestire.

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    Se in una coppia sana è “normale” venirsi incontro e comprendere le reciproche necessità anche quando queste non incontrano il pieno accordo di entrambi, altra cosa è tollerare e sopportare comportamenti irrispettosi, offensivi e persino violenti in nome dell’amore.

    Spesso, la tendenza a tollerare, perdonare ed accondiscendere ad atteggiamenti spiacevoli del partner, porta ad un aumento della frequenza e dell’intensità di tali comportamenti all’interno della relazione. In nome dell’amore, purtroppo, si compiono errori pericolosi, soprattutto quando alla luce dei fatti, ci si rende conto che non si trattava di amore ma di una sua versione corrotta e deteriorata, in cui i sentimenti di lealtà, rispetto, cura e fiducia reciproca sono stati sostituiti da sfiducia, gelosia, possessività e sopraffazione.

    Non è così facile chiudere definitivamente una relazione tossica e violenta. Prima di iniziare qualsiasi percorso di guarigione, occorre riconoscere di avere un problema: cioè ammettere che la relazione che si sta vivendo – sebbene sia con la persona che tanto si era desiderata – è una relazione disfunzionale, che fa soffrire e mortifica.

    Se non ci si rende chiaramente conto di questa realtà, qualsiasi altro passaggio rischia di essere vano. E’ importante osservare attentamente la situazione e non solamente pensare a come risolverla. In questa fase, è necessario portare l’attenzione verso le proprie sensazioni corporee, il proprio stato emotivo, analizzando quelle situazioni che provocano sempre le stesse reazioni automatiche nella coppia.  Ciò ci aiuta a trovare la strada giusta con coraggio, impegno e serenità.

    Successivamente occorre sviluppare una sorta di “piano d’azione” per chiudere la relazione. Quando ci si trova in una relazione tossica le energie sono compromesse ma è molto importante pensare ai passaggi necessari che si dovranno affrontare per chiudere la relazione. Un’attenzione particolare va posta a quelle relazioni in cui è presente violenza fisica: in questo caso, prevedere le mosse del partner e le sue reazioni è fondamentale per agire in sicurezza. Prepararsi, dunque, significa considerare tutte le possibili difficoltà da affrontare e i modi per farvi fronte: iniziare a contattare i professionisti che potranno essere di aiuto come avvocati, consulenti finanziari, pensare a una collocazione per sé ed eventuali figli o animali da compagnia che fanno parte della famiglia.

    Bisogna avere chiare le cose che si devono mantenere da quelle alle quali si può rinunciare: il lavoro, la macchina o la casa, finire gli studi, proteggere i figli e gli animali, avere cura della salute se si stanno assumendo terapie farmacologiche importanti (diabete, chemioterapia, malattie degenerative…) ecc.

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    Successivamente, conviene immaginare tutti gli scenari possibili - compreso il peggiore - che potrebbero verificarsi alla vostra decisione di chiudere la relazione definitivamente: violenza fisica, controllo e sottrazione del denaro, distruzione di beni comuni, minacce e stalking, tentativi di suicidio o minaccia di farsi del male o farne ad altri, ecc.

    Ipotizzare questi scenari vi deve servire per trovare -subito dopo – una modalità per farvi fronte, in modo tale che se dovessero verificarsi abbiate già pronta una soluzione per affrontarli.

    A questo punto si tratta di mettere in pratica ciò che si è preparato e chiudere la relazione.

    Nelle relazioni sentimentali sane è preferibile e rispettoso comunicare faccia a faccia la decisione di chiudere la storia, ma nelle relazioni tossiche, per evitare aggressioni o comportamenti pericolosi, è meglio scegliere altre vie: telefono, email, lettera o faccia a faccia in un luogo sicuro in mezzo ad altra gente.

    Spiegate la motivazione della vostra decisione, evitando di colpevolizzare il partner. Nella comunicazione, anche se l’altro si è comportato male, occorre partire dal vostro centro. Preferibilmente dite: “Sono infelice” invece di: “Mi rendi infelice”; scrivete: “Mi sento poco rispettata o non considerata”, invece di dire: “Tu non mi rispetti”. In questo modo, vi sentirete maggiormente forti e non aprirete la porta a manipolazioni o negazioni della realtà ("non è vero io ti amo, ti rispetto, non ti ho tradito" ecc…).

    Resistete alla tentazione di iniziare una discussione sul perché della vostra decisione e sulle sue colpe. Vi porterebbe solamente a perdere energie e mettere in discussione la vostra decisione, magari per l’ennesima volta!

    Infine, ricordatevi di restare in contatto il minimo possibile e solo nei casi in cui sia necessario mantenere un rapporto: presenza di figli, lavoro in comune, beni in comune o altro che richieda una gestione condivisa.

    Siamo ormai pronti verso la guarigione: in questo momento dovete dedicarvi a voi, perdonare e guarire le ragioni profonde che vi hanno portato ad avere una relazione distruttiva. Se avete problemi di depressione, attacchi di panico, altri problemi psicologici, dovete prima di tutto trattare e guarire questi aspetti.

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    In questa fase, potrebbe essere necessario ricorrere all’aiuto di un professionista o di gruppi di auto-aiuto e consapevolezza. Dedicatevi alla famiglia e alle amicizie, alle vostre attività preferite, alla cura della vostra salute fisica, psichica e spirituale con attività come meditazione, yoga, escursioni, attività creative come pittura o ceramica, qualunque cosa vi aiuti ad entrare gradualmente in contatto con voi stesse e a realizzarvi.

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     Commenti (5)
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    1. katia8946, Roma (Lazio)
      Sto vivendo un rapporto tossico a tutti gli effetti, ancora non è arrivato alle mani ma, la violenza psicologica che usa è aberrante! Lo sto evitando, bloccato su tutti i social ma, mi lo vedo tornare a casa, per fortuna non abbiamo convissuto. Ancora non lo denuncio perché lo rovino e sua madre che è malata se soffrirebbe. Lui perché questo, continua a stolchizzarmi e cercarmi. Ne ho provate di ogni. Ormai accuso attacchi di panico pressione alta. Mi sono inscritta a questo sito per distogliere il mio problema per un consiglio, non cerco uomini, debbo prima disintossicarmi. Qualcuno ha consigli migliori delle mie precauzioni prese e già fallite? Grazie.
      sottileconfine, Roma (Lazio)
      Noi qui, Katia, non siamo che dei commentatori e non degli esperti. Chi più chi meno dotati di buon senso. Il mio buon senso mi fa suggerire di rivolgerti ad un CAV (Centro Anti Violenza) Ce ne sono diversi a Roma gestiti dal Comune e non. Presso di loro potrai trovare assistenza legale e supporto psicologico. Buona fortuna
    2. guidolamotodigino, Udine (Friuli-Venezia Giulia)
      Ottimi consigli per chi vive queste penose situazioni, chissà quante persone però trovano la forza di seguirli. In ogni caso bisogna imparare, trovare la forza per allontanare le persone "negative" da ognuno di noi. E se decidiamo di sopportare un rapporto con una persona negativa perché proviamo un sentimento forte.. facciamolo pure, ma decidiamolo noi... e facciamolo finché riusciamo a sopportare. E quando diciamo basta, che sia uno stop definitivo. Le persone negative sono dappertutto, in famiglia, al lavoro, nelle amicizie, impariamo a gestire questi rapporti e se riusciamo allontanare è la parola d'ordine.
    3. desert_flower, Sorrento (Campania)
      Esistono vari gradi di tossicità relazionale; a farne le spese -purtroppo- sono inevitabilmente le donne cresciute a pane e "patriarcato". Se un uomo sembra gentile e affabile non vuol dire che non sia tossico in una relazione di coppia. Anche la menzogna e il tradimento sono componenti delle relazioni tossiche.
    4. sottileconfine, Roma (Lazio)
      Non lo si dice apertamente, ma chi al 99% subisce le conseguenze spesso drammatiche di un rapporto malato sono le donne. E le cronache di femminicidio lo testimoniano. Sarebbe bene come suol dirsi in questi casi, prevenire piuttosto che curare, evitando che una banale influenza si trasformi in una polmonite letale. Al primo accenno di violenza, fosse "solo" uno schiaffo, deve scattare la denuncia poiché, come sempre le cronache insegnano, l'escalation di tali gesti progressivamente sempre più vigliacchi e violenti, è assicurata. Una relazione sana, ammesso che la sia mai stata, non si può lasciare che diventi irreversibilmente tossica sino alle conseguenze che tutti conosciamo
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