Per i nostri antenati non esisteva la coppia fissa come la intendiamo noi: il vero obiettivo era la riproduzione della specie e, dal lato maschile, questo non avveniva necessariamente con un'unica donna! Anzi, più donne l’uomo fecondava e più probabilità di sopravvivenza dei piccoli c’erano.
Il partner era stabile ma a tempo determinato, durava cioè fino alla creazione di una coppia successiva, una volta che i piccoli generati fossero stati sufficientemente in grado di sopravvivere. Si ipotizza che le coppie preistoriche avessero una durata temporale di 4-5 anni; secondo alcuni antropologi si potrebbe adottare il termine di “monogamia seriale”.
La monogamia stabile o “fedele” sarebbe stata generata, nel tempo, da un retaggio economico e culturale che prese il via con il passaggio da una vita nomade ad una stanziale; i nostri progenitori passarono ad attività stabili come l’agricoltura e con esse si avvertì l’esigenza di passare le terre coltivate ai figli. Si avvertì a quel punto l’esigenza di “circoscrivere” l’eredità. Le religioni, in particolare la cattolica, fecero poi il loro lavoro, giustificando istituzionalmente la monogamia in quanto garanzia di stabilità economico-sociale.
Per tornare ad oggi, i cambiamenti culturali che si succedono velocemente, la provvisorietà delle condizioni di vita, l’interconnessione delle persone in una società cosmopolita contribuiscono alla fluttuazione dei rapporti interpersonali e di coppia, a creare amori interscambiabili e ciò porta all’indebolimento della coppia fissa, visto che di fisso nella nostra società è rimasto poco. Si potrebbe ironicamente affermare che, come il posto fisso, anche la coppia fissa stia pian piano scomparendo.
Se è vero che la coppia è l’emanazione del singolo e che la psicologia del singolo influenza la coppia, si riescono a comprendere meglio le dinamiche della stabilità o instabilità relazionale. Lo stare bene con se stessi è fondamentale per acquisire non solo la consapevolezza dei propri bisogni emotivi ma anche di quelli dell’altro; la crescita personale è strettamente collegata a quella della coppia. Ne consegue che, in una società dove i disagi interiori sono in crescita, pure le relazioni sentimentali hanno bisogno di essere analizzate e ristrutturate.
Il desiderio del singolo di esplorare nuove realtà, gli stimoli sempre nuovi che la società ci mette davanti, la voglia di realizzazione personale nei vari campi della vita sono tutti fattori che ben difficilmente siamo disposti a non considerare come determinanti nello sviluppo della persona. Di converso, come non ammettere che l’idea dell’amore romantico, del “vissero tutti felici e contenti” non sia sempre e comunque fortemente radicata in noi? Come coniugare allora il benessere individuale con il desiderio profondo di amare ed essere riamati, come far combaciare la voglia di cambiare partner con l’innata istanza di stabilità?
Ma poi, all'opposto, come ignorare situazioni problematiche nelle quali non si vuole a nessun costo cambiare partner, anche laddove vi siano malessere e sofferenze individuali? In questi casi l’annullamento del sé e la mancanza di autostima fungono esattamente da rovescio della medaglia del fenomeno precedente.
L’amore maturo è quello che sa mediare fra gli opposti, che fa leva sul rispetto della persona e la crescita personale per crescere esso stesso, a prescindere dal volere una coppia “fissa”; l’importante è che vi sia un sentimento autentico in grado di raggiungere la nostra anima e realizzare le nostre istanze più intime.