Uno degli ambiti più delicati, per quasi tutte le relazioni sentimentali, è la gestione del denaro, tanto da costituire una delle principali cause di disaccordo e frustrazione, e che spesso diventa il terreno su cui si gioca l’ultima battaglia legale di tante coppie. Di, fatto il modo in cui la coppia gestisce il denaro è rappresentativo, almeno in parte, degli equilibri (o squilibri) nei quali è calata. Certo, i sentimenti non sono equiparabili al denaro, né il denaro può quantificare i sentimenti. Ma se si osserva con attenzione, appare chiaro che non sono i soldi in sé, ma il modo di condividerli a rappresentare qualcosa di fondamentale per la coppia.
I soldi non contano... all'inizio
All'inizio della relazione, rapiti dall'innamoramento e dall'eros, non si dà peso alla questione, così come all'inizio della convivenza o del matrimonio: si pensa, comprensibilmente, che il sentimento suggerirà i comportamenti giusti o che si saprà superare alcuni già evidenti sbilanciamenti. Ma quando la fatica del quotidiano aumenta (e il romanticismo diminuisce), ecco salire dall'inconscio inquietanti sensazioni: "Mi controlla le spese", "Non si fida di me", “Mi sta sfruttando”, “Se ne approfitta”, “Non mi dà sicurezza” e così via… Sensazioni che, nel giro di un po’ di tempo, si traducono in giudizi sul partner: “Non mi ama veramente”, “Non si mette in gioco fino in fondo”, “Sta mettendo una barriera tra noi”, “Sa soltanto prendere”.... Ciò significa che la dinamica economica di un rapporto racchiude in sé - in chiave simbolica - la natura dello schema amoroso di quella specifica coppia.
L’amore è ferito dall'economia
Col tempo emerge la necessità di vedere, anche nell'ambito economico, l’ingrediente fondamentale del vero amore: la gratuità, la disponibilità a dare qualcosa di sé pur di far felice l’altro, la capacità di uscire dai calcoli e dai conti in nome della condivisione. È per questo che, nonostante ogni tentativo di giustificare razionalmente una situazione che magari ci sta stretta , ecco che l’inconscio si ribella. E si ribella non allo sbilanciamento, ma alla rigidità. La coscienza può fare tutti i calcoli che vuole, ma l’anima detesta ogni forma di rigidità: vuole elasticità, coraggio, poesia, eroismo, laddove l’eroismo è anche uscire dal pattuito senza fare drammi e senza farlo pesare.
Fare il punto fra denaro, impegni e sentimenti
Inoltre, nel tempo si cambia: la coppia deve crescere nel modo di amarsi e condividere il quotidiano, ma dovrà crescere anche nella condivisione economica. È legittimo che chi dei due sente l’esigenza di un cambiamento nella gestione del denaro possa esprimerlo all'altro, che a sua volta dovrebbe ascoltarlo con apertura mentale e di cuore, così da raggiungere un nuovo equilibrio che soddisfi i bisogni di tutti e tre: dell’uno, dell’altra e della coppia. Ma questa "crisi economica", che si apre a un certo punto in molte coppie, è forse un passaggio che i due devono affrontare. Perché, se si amano davvero, sarà impossibile non trovare un accordo valido.