Esistono varie differenze tra emozioni e sentimenti. In particolare, le emozioni sono temporanee, indotte da stimoli esterni, mentre i sentimenti sono qualcosa di più profondamente insito in noi: sono "comportamenti appresi" e duraturi che se stimolati possono riemergere ed essere sperimentati.
Quindi, le emozioni stabiliscono il nostro atteggiamento immediato, "istintivo", quello con il quale ci approcciamo inizialmente a una nuova situazione; i sentimenti stabiliscono invece, nei confronti della situazione stessa, quale sarà il nostro atteggiamento duraturo.
In particolare, ecco le differenze "scientifiche" tra i due fenomeni:
Lo psichiatra Vittorino Andreoli nel libro L'educazione (im)possibile (2014) afferma che le emozioni sperimentano oggi un momento di assoluta preminenza sociale, con i media che si incaricano di veicolarle. Una macchia di sangue che appaia improvvisamente su uno schermo genera subito un'emozione, anche molto forte; emozione che, però, è transitoria e destinata a scomparire presto. Lo psichiatra insiste sul fatto che, oggi, anche molti rapporti affettivi sembrano dominati dalle emozioni più che dai sentimenti.
In un'intervista pubblicata su Youtube, infatti, Andreoli riprende l'immagine della macchia di sangue, fonte di emozioni, per paragonarla a un sentimento intenso come l'attesa della persona amata. Quel sentimento di amore, sottinteso all'attesa dell'incontro con l'amato, è presente e attivo anche in assenza, perché non proviene da stimoli esterni ma dal nostro stesso essere.
L'obiettivo degli studiosi che si occupano di questi temi non è però, come si potrebbe pensare, il giudicare i sentimenti migliori delle emozioni: si tratta di due facce di una stessa medaglia, di due manifestazioni della nostra sensibilità che hanno sempre dignità di esistere.
Siamo però certi che, all'interno di un rapporto affettivo, se le emozioni non si depositano nel nostro essere per trasformarsi in sentimenti siamo di fronte a un problema di coppia, o piuttosto a una non-coppia, all'unione casuale di due individui legati solo da un debole filo e bisognosi di stimoli continui per nascondere il vuoto che li divide.
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