Spesso succede con il primo amore o con quegli amori che riteniamo unici e insostituibili: come farò senza di lei/lui? …Nessuno mi conosce così bene o mi capirà mai allo stesso modo…E’ proprio questo che sostiene chi si ritrova coinvolto in un continuo tira e molla con il partner di sempre, vittima in primo luogo delle proprie insicurezze. In verità, chiunque abbia intenzione di conoscerci e/o di comprenderci non potrà farlo fin tanto che noi non gliene daremo il tempo e l’occasione. Ecco perché simili affermazioni sono solo illusioni tese a idealizzare un rapporto che, probabilmente, ha già fatto il suo tempo ed esaurito la sua funzione, ma al quale restiamo legati per non dover fronteggiare l’ignoto. Capita che ci si ritrovi a prendere e lasciare il primo amore in continuazione: ogni volta che si chiude ci si sente liberi e leggeri, ma bastano pochi giorni, a volte addirittura ore, per avvertire il vuoto e la mancanza. “Cosa farò senza di lui/ lei? Sa tutto di me, mi ha visto crescere e mi ama così come sono… come potrò costruire da zero un altro rapporto con chi non sa nulla della mia vita, dei miei amici, dei miei sogni…?” Immancabilmente la storia riprende, senza grandi entusiasmi, lungo gli stessi binari.
Aggrappati al passato, si perde il futuro
Se la tendenza a rifugiarsi in questo genere di rapporti permette di evitare i rischi e le incertezza connesse al domani è anche vero che condanna i protagonisti ad una stasi esistenziale dove ad essere preclusa non è soltanto la possibilità di crescere come uomini e donne ma anche quella di aprirsi al nuovo e all'imprevisto, aspetti che non possono mancare per consentire all'anima di evolvere facendo appello a tutto il proprio potenziale. Non è un caso che Marina,una nostra lettrice, in una sua lettera, lamenti la mancanza di occasioni lavorative o di stimoli culturali che l’aiutino a fare chiarezza sulla propria carriera: “sono entrata in questo studio quasi per caso; inizialmente ne ero felice. Trovare un lavoro oggigiorno non è cosa da poco; ma dopo due anni, mi chiedo ancora per quale ragione ho risposto a quell'annuncio. Ad essere sincera, ad attrarmi, non era stato il tipo di impiego, ma la semplice comodità di un posto dietro casa, che anche Pietro, il mio compagno, riteneva ideale. Oggi al contrario, preferirei di gran lunga far la pendolare per un lavoro appagante piuttosto che annoiarmi tutto il giorno in questo ufficio…Eppure fatico a capire quale sia la mia strada o a trovare spunti interessanti in tutto quel che mi circonda”.
Liberati dai pesi morti e impara l'attesa
Marina dà l’impressione di avere una tendenza generalizzata alla cautela, quasi temesse di fare il passo più lungo della gamba senza più appigli a cui aggrapparsi. Ma né la certezza di un rapporto consolidato, né tanto meno l’approvazione del compagno saranno in grado di restituirle le occasioni che sta perdendo. Quello che vive è un rapporto senza più linfa e fin tanto che si ostinerà a tenerlo in vita nulla di buono potrà affacciarsi all'orizzonte, perché il suo spazio interiore è interamente occupato da qualcosa che impedisce di cogliere stimoli e occasioni. In questi casi, quel che occorre è fare spazio, uno spazio fisico e mentale, liberandosi dei pesi morti e cercare il vuoto. Solo in quel vuoto, se avrà pazienza di aspettare, può fiorire il nuovo. A questo proposito le ricordiamo che la fortuna aiuta gli audaci, ma è necessario avere fiducia, prima di tutto in sé stessi e nelle prove che verranno. Se avrà pazienza di aspettare, il prossimo rapporto e il prossimo lavoro saranno senz'altro migliori dei precedenti per il semplice fatto che si è concessa di provarci, di sostare in quel vuoto e tollerarne la frustrazione. Solo così potrà sfruttare le occasioni che verranno per diventare finalmente la donna di domani.