Il modo giusto per intendere la fine di una relazione è vedere in questo evento una grande occasione di rinascita o la libertà di fare ciò che non si è mai fatto. Ma se in diversi casi è in effetti così, in altri - quando il giudizio definitivo non è ancora stato emesso e uno dei due chiede la classica “pausa di riflessione” - viene da chiedersi perché quella rinascita non possa essere vissuta proprio con chi ci ha lasciati. Per la verità, va detto che il tentativo di riconquistare l’ex porta spesso a commettere gravi errori. C’è ad esempio chi non vuole mollare la presa e continua a tempestare di sms, impedendo che avvenga un vero distacco; c’è chi ne fa una battaglia psicologica, per costringere la persona a tornare; c’è chi si ripropone in modo petulante e con gli schemi di sempre; e infine chi cerca di farsi vedere cambiato ostentando novità superficiali (cambio di auto, di look e di abitudini).
Bisogna cambiare davvero perché si possa funzionare “di nuovo”
In tutti questi casi non può funzionare, perché chi ha lasciato si è allontanato dalla dimensione interiore della persona, dai suoi schemi psicologici e mentali, e se non sono questi aspetti a cambiare, nessuna riconquista sarà mai veramente possibile, se non in forma di fuoco fatuo. Un nuovo inizio dunque si configura innanzitutto come una concreta trasformazione personale. Per prima cosa deve essere sentita e non forzata al solo fine strategico di rimettersi insieme. Poi deve basarsi su un sentimento reale, e non su un’angoscia di abbandono o su un orgoglio ferito: spesso in questi casi ci si rende conto, passato il dolore, che la separazione era in realtà giusta perché il rapporto era davvero finito. E infine deve essere rispettosa dell’eventuale rifiuto di chi ha scelto in modo definitivo un’altra strada, e non aggressiva o persecutoria, come purtroppo spesso accade. Se il periodo di separazione porta a un cambiamento personale, insomma, è perché era il momento giusto per farlo, al di là che serva o meno per riallacciare una relazione.
Per poter tornare assieme occorre:
- Assenza di astio o rancore per la persona amata
- Presenza di un sentimento forte e disinteressato
- Aver compreso i reciproci “errori”
- Rispetto per i tempi e le indecisioni dell’ex
No allo stalking
Non può esserci rinascita se prima non è avvenuto un vero distacco, che sancisca la fine di un periodo e di un modo di essere. Perciò evita di "tenerti aggrappato" all'ex con telefonate, messaggi e email che non fanno altro che renderti petulante ai suoi occhi e sicuramente non desiderabile. Un momento di pausa deve esserci.
Un modo per conoscersi
La fine di una storia deve far riflettere, non per trovare colpe ma per comprendere eventuali schemi di comportamento sbagliati, tuoi e dell’altro. Prova a conoscerti meglio, rinnova il tuo modo di pensare, individua un nuovo modo di relazionarti. Letture, confronti o anche una psicoterapia possono essere di grande aiuto.
Rispetto alla base
Riproponiti nel modo che ritieni più adatto, ricordandoti che non deve mai diventare persecutorio e, di fronte a un eventuale netto rifiuto, deve sapersi civilmente tirare indietro.