Da Socrate ad Aristotele, passando per gli eccessi del Dolce Stil Novo, la donna è sempre stata considerata in maniera ambigua: ma qual è il significato più autentico che oggi possiamo attribuire al termine “donna”? Quello di “domna” del latino domina, femminile di dominus, “signora, padrona” o quello esiodeo di “danno”?
Se osserviamo l'etimologia della parola “donna” notiamo che essa si riallaccia alla forma sincopata domna del latino domina, femminile di dominus, signora, padrona. Anche il termine corrispondente in francese, dame deriva da domn e, parimenti scaturito da domina. Esiste poi una forma sincopata di dominus al maschile, cioè "don" che viene usata nel linguaggio contemporaneo, come titolo per indicare un sacerdote o un personaggio "di rispetto". Paradossalmente, mentre l'etimologia della parola uomo rimanda al latino humus, da cui il termine umile, al contrario, quella della parola donna esprime tutta l'importanza ed il potere che ebbe il matriarcato nelle antiche civiltà e nelle antiche culture del Mediterraneo sino ad arrivare alla visione angelicata del Dolce Stil Novo.
Rivisitando il mito esiodeo, la nascita della prima donna è presentata come conseguenza di un dissidio tra Zeus e Prometeo, colpevole di aver rubato il fuoco agli dei per darlo agli uomini. Zeus lo punisce con l'invio di Pandora che, con l'apertura del vaso, dà origine a tutti i mali del mondo, di cui gli uomini erano privi in precedenza. Sembrerebbe così spiegato il perché “chi dice donna dice danno”.
In realtà, senza voler minimamente abbracciare questa accezione negativa della donna, tanto meno quella serafica di Dante, vorremmo però vedere ogni donna come il simbolo, per antonomasia, della forza e della resilienza.
Non è un caso, infatti, se oggi, per la sua festa, si regalano delle mimose: i suoi rami sbocciano alla fine dell’inverno e con il loro colore giallo paglierino smorzano il grigiore della fredda stagione per portare l’allegria della primavera in arrivo. I fiori della mimosa, dunque, hanno un significato ben preciso: quello della forza e della femminilità. La capacità di fiorire anche in terreni difficili viene associata alla storia femminile e quindi alla resilienza delle donne, capaci di rialzarsi dopo ogni difficoltà.
In questo senso, allora, la festa della donna si riappropria del suo significato più autentico, riacquistando importanza e valore. E come simbolo va ricordato e mai dimenticato.