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    È possibile dimenticare come si viveva prima del Covid?
    In molti si chiedono se la cosiddetta "era Covid", con le sue nuove consuetudini che abbiamo imparato ad accettare, segnerà le nostre vite anche dopo la fine dell'emergenza. La dott.ssa Bruni risponde che sì, abbiamo subito un processo di adattamento, ma sapremo invertirlo con ancora maggiore facilità.

    Ti è mai capitato di soffermarti a pensare alla vita "di prima" quella in cui non portavamo mascherine, ci ammassavamo nei locali e sui mezzi pubblici, sgranocchiavamo pop-corn al cinema dentro una sala da duecento posti, e di non credere quasi a quel ricordo? Ti è mai capitato di credere che la vita che conduci ora sia stata sempre, più o meno, quella di adesso, e il coprifuoco alle ventidue ti sembra qualcosa di normalissimo?

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    Se ti è capitato di fare questi pensieri, non sei il solo. E non sei il solo neppure se ti chiedi, guardando un film, perché la ressa di comparse che si agita sullo sfondo sia completamente priva di dispositivi di protezione individuale. E non provi neppure una particolare angoscia, probabilmente, a fare la fila davanti a un supermercato o a igienizzarti continuamente le mani.

    Niente di strano, insomma, se ti sei ritrovato nella maggior parte di queste descrizioni. Il tuo cervello sta esercitando una facoltà, tutta naturale, che si chiama adattamento.

    Come spiega la dottoressa Amalia Bruni, presidente SINdem (Associazione autonoma aderente alla SIN, Società Italiana Neurologia), il nostro cervello esercita la capacità di adattamento per evitare traumi e per superare nel modo più efficace possibile qualsiasi tipo di difficoltà. L'adattamento si nutre di abitudini, ma anche di pensieri e convinzioni: siamo portati a credere, infatti, che l'assurda situazione che stiamo vivendo sia plausibile e addirittura normale.

    Tutto ciò, dunque, è positivo, e guai a chi fatica ad adattarsi: potrebbe provare rabbia, stress, depressione, adottare comportamenti a rischio.

    In ogni caso, l'adattamento sembra essere, secondo la Bruni, più facile per le persone adulte rispetto a quelle giovani, il cui cervello si sta ancora sviluppando e mostra più facilmente reticenza alle regole (secondo questo ragionamento i giovani, vere e proprie spugne di informazioni, si mostrerebbero invece meno adattabili su altri fronti).

    Insomma, per sopravvivere ci siamo creati una nuova normalità, e fin qui ci siamo. Ma che cosa accadrà nel futuro, quando l'emergenza sanitaria sarà finita? Torneremo a vivere la vita di prima o non ne saremo più capaci? Usciremo dal nostro guscio oppure preferiremo restarci, ormai abituati?

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    Per fortuna la risposta a questi timori è positiva: come ci siamo adattati alla nuova situazione, non appena le misure di sicurezza verranno abbandonate non sarà così difficile riappropriarci della vecchia routine, decisamente più naturale per noi su tanti aspetti. Sarà, anzi, una riconquista della normalità plausibilmente gioiosa.

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