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    Controllare l’ex: quando non ci si arrende all’evidenza
    I social network consentono di essere costantemente in contatto e aggiornati in tempo reale sulle vicissitudini della vita quotidiana dei propri “contatti”. O almeno questa è l’illusione. Sembra che anche dopo la rottura di una relazione sentimentale, non sia così infrequente rimanere amici del proprio ex, continuando a monitorarlo per ridurre il dolore del distacco.

    Sono tanti gli studi che confermano quanto i social network siano utilizzati per incontrare amici, sviluppare e mantenere relazioni anche di natura affettiva. Quello che un profilo consente, tuttavia, è anche di non rompere relazioni ormai concluse, permettendo da un lato, di ricontattare persone ormai appartenenti ad un lontano passato, con le quali mai si sarebbe sentita forse la reale esigenza di incontrarsi; dall’altro, di rimanere “amici” dell’ex dopo la rottura di una relazione sentimentale e di controllare il suo profilo per ridurre stati emotivi negativi come tristezza, nostalgia, gelosia o incertezza.

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    Spesso, infatti, le persone mediante un social, affiancano un legame alla relazione reale, edulcorandola, cercando quelle gratificazioni e compensazioni che non ci sono concesse sul piano di realtà. Rimanere amici dell’ex permette, almeno illusoriamente sul piano virtuale, di continuare a mantenere un legame, monitorare i suoi cambiamenti di vita e controllare ciò che gli accade rimanendo partecipi, sul piano virtuale, dell’esistenza di quella persona da cui ci si sente improvvisamente e dolorosamente esclusi sul piano di realtà.

    Precedenti studi avevano già evidenziato come, continuare a frequentare di persona l’ex dopo la rottura, fosse controproducente e non aiutasse ad elaborare un sano distacco; sicuramente contribuisce a smorzare stati emotivi negativi come nostalgia e tristezza, ma non aiuterebbe a “chiudere” la relazione e ad andare avanti.

    In altre parole, la sofferenza emotiva che può segnare la fine di una relazione sarebbe funzionale a “farsene una ragione” e quindi a crescere e ad andare avanti. Diversamente, mantenere l’illusione di far ancora parte della vita di chi non corrisponde più ai nostri affetti, sarebbe solo un ulteriore danno.

    Quando finisce una relazione, però spesso la separazione può essere un nuovo inizio. La verità, purtroppo, è che quella persona in sé molto spesso conta poco. Più che il desiderio di avere lei/lui la nostra è paura di affrontare le conseguenze di un rifiuto. Insomma, non vogliamo provare quella serie di sentimenti negativi che fanno seguito a una situazione del genere: tristezza, solitudine, frustrazione, delusione, rabbia, invidia, gelosia, ecc.

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    E allora che si fa? Si cerca di controllare la situazione fino allo stremo. Ci si aggrappa senza arrendersi nemmeno di fronte all’evidenza dei fatti. Si cerca di controllare la situazione con l’erronea idea che abbiamo il potere di fare in qualche modo andare le cose a nostro piacimento o che magari succederà un miracolo. Eppure, così facendo, ci facciamo solo del male perché mettiamo in pausa anche la nostra vita sentimentale. Perdiamo la giusta rotta verso i nostri obiettivi, rinnegando magari i nostri valori e rischiando di diventare un’altra persona o di fare la figura degli idioti. Impegnati come siamo a spiare, studiare, analizzare, capire, allora non vediamo più ciò che c’è attorno.

    La realtà, infatti, ci mostra quotidianamente come non sia infrequente che, dopo la rottura di una relazione sentimentale, le persone utilizzino un social per instaurare nei suoi confronti del partner una vera e propria forma di sorveglianza più o meno silenziosa, monitorando se e quali cambiamenti intercorrono nella vita dell’ex. Una sorveglianza, certo, a doppio binario che si fonda evidentemente su un accordo implicito fra chi sorveglia e chi, evidentemente, accetta di essere sorvegliato e magari, vien da pensare, può utilizzare post e messaggi provocatori per alimentare un conflittuale e risentito “non detto” che continua a legare, anche se virtualmente, lui e lei.

    Un modo ancora una volta per non affrontare i cambiamenti, più o meno importanti, che ogni rottura sentimentale impone a livello identitario, sociale e materiale.

    È necessario un cambio di mentalità. Bisogna imparare ad accettare le emozioni negative: ciò ci rende più positivi, forti, reattivi e fiduciosi. Perdersi in ragionamenti e riflessioni è normale e non può essere evitato, ma poi occorre processare le emozioni negative che sentiamo e andare oltre. Se ci trasciniamo dietro tutto con l’erronea speranza che ci sia un tassello o una mossa segreta in grado di recuperare la situazione, allora stiamo certi che molto probabilmente spenderemo settimane, mesi o anche anni dietro a un’illusione.

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    Se non vogliamo che la nostra vita sentimentale si metta in pausa o, ancor peggio, se non vogliamo ingigantire la negatività riversandola contro noi stessi, allora possiamo solo fare una cosa: accettare le cose come sono andate e accettare le emozioni negative con coraggio. Solo così possiamo voltare pagina e andare avanti il più in fretta possibile.

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