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    Quando il partner ha una personalità controllante e possessiva
    La possessività, nella sua forma innocua, non è necessariamente un segno di una relazione insalubre: è nella natura umana che qualcuno si preoccupi e protegga il proprio partner. Essa però diventa insostenibile quando i partner portano la loro protezione al livello successivo che, se intrecciato con il sentimento di gelosia, può sfociare in una combinazione letale.

    Non è sempre facile riconoscere le personalità controllanti; a volte il controllo può essere molto sottile e ci si nasconde dietro una battuta, un suggerimento, un consiglio o anche una richiesta d’aiuto. Com’è la personalità controllante? Le persone che ne sono affette non rispettano l’individualità e le barriere psicologiche che tutti noi stabiliamo perché ritengono che esista un solo modo corretto di fare le cose: il loro. Queste persone, di solito, pensano in termini di “tutto o niente”, le cose sono giuste o sbagliate, senza termini intermedi. Di conseguenza, spesso giudicano e criticano duramente tutto ciò che non corrisponde alla loro visione del mondo.

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    A causa del pensiero dicotomico, le persone controllanti non accettano che altri possano avere opinioni e modi diversi di fare le cose; hanno una prospettiva limitata, profondamente egocentrica che impedisce loro di vedere le situazioni da una prospettiva diversa. Di conseguenza, quando qualcuno non fa le cose a modo loro, tendono ad infastidirsi o si arrabbiano. Spesso esprimono quelle emozioni senza alcun ritegno, recriminando e incolpando l’altro.

    Molte personalità controllanti assumono un atteggiamento paternalistico, credono di poter conoscere l’essenza dell’altro meglio della persona stessa e sanno cosa è meglio per lei. Forse uno dei dettagli più interessanti della psicologia della persona controllante è che di solito non è consapevole di quanto controllo cerchi di esercitare sugli altri. Dal momento che questa persona non accetta che le cose si possano fare in modo diverso, non concepisce neppure il dissenso e, quindi, non considera che stia controllando, ma che sta solo indirizzando la persona sulla strada giusta.

    Tra i primi segnali di allarme, la letteratura evidenzia la presenza di commenti negativi e rifiuto nei confronti del partner; a ciò si aggiungono spesso domande continue su tutto ciò che si è svolto durante la giornata. All'inizio di una relazione, questo potrebbe apparire normale, così come inviare messaggi o chiamare più volte al giorno, ma è bene chiedersi, dov'è il limite? Ciò che può risultare pericoloso è il tramutarsi del desiderio di sapere in ossessione, al punto da trasformare ciò che appare come interesse in una forma di controllo. La situazione, apparentemente semplice da individuare, in realtà è molto più complessa, poiché, solitamente, queste persone non manifestano le loro tendenze di dominanza all'inizio della relazione.

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    Con l'avvento della tecnologia, si può presupporre che alcuni comportamenti vengano “esasperati”, perché il controllo non è più caratterizzato dalle semplici chiamate e invio di messaggi durante la giornata, ma anche dalla “sorveglianza” dello stato “online” e orari di accesso, controllo dei like a foto e post, installazione di app che consentono di visualizzare la geolocalizzazione dell'altro e via dicendo.

    In senso generale, dietro la personalità controllante, si nasconde spesso la paura data dall’incertezza. Questa persona cerca sicurezza attraverso le regole e il controllo che cerca di imporre. Non accetta volentieri i cambiamenti e l’incertezza della vita, ma piuttosto questi gli generano ansia e cerca di mitigarla controllando tutto ciò che può. Quindi ha un illusorio senso di controllo che gli trasmette calma e tranquillità. Quell’ossessione per il controllo può anche essere dovuta alla bassa autostima. In questi casi, la persona controllante cerca di camuffarla esercitando il controllo sugli altri. E dato che non accetta di non avere controllo sulla sua vita, trasferisce questa frustrazione sugli altri, diventando dominante e controllante.

    Il problema è che le persone controllanti non si rendono conto che un amore possessivo termina asfissiando psicologicamente chi gli sta accanto, ottenendo il risultato opposto a quello desiderato: l’abbandono. È importante tenere presente che una relazione possessiva non è una relazione sana ed equilibrata, ma degenera nella dipendenza.

    Come affrontare le persone controllanti?

    Prima di tutto è importante essere consapevoli che il controllo non è amore. Quando le persone ci controllano, “trasformano” la nostra realtà in modo che possiamo vedere il mondo attraverso i loro occhi. Non ci rispettano come siamo.

    È fondamentale stabilire dei limiti e non consentire che le persone controllanti li superino. Ringraziale per i loro “consigli” e dì loro che farai ciò che è meglio per te. Non lasciare che facciano pressione sui tuoi punti sensibili per generare in te sensi di colpa. Ricorda che gli errori fanno parte dell’apprendimento. Non lasciare che gli altri decidano per te. La cosa importante, in questi casi, è eliminare il concetto di “appartenenza” nelle relazioni sentimentali, nessuno appartiene a nessuno, perché essere coppia è più una scelta di condividersi con un altro, ma resta pur sempre una scelta libera e individuale.

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    Bisogna inoltre eliminare la convinzione che la gelosia morbosa sia una forma valida di dimostrazione del sentimento, perché l'amore è incentrato sulla libertà, il rispetto e la fiducia.

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