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    Come nascono le fake news
    Le piattaforme online, intermediarie dell’accesso alle notizie, e la diffusione degli smartphone hanno accentuato il fenomeno delle notizie false, favorito in primis da un approccio superficiale degli utenti al Web. Vediamo come nascono le cosiddette "fake news".

    Il termine inglese fake news, che possiamo tradurre in italiano come "bufala mediatica", indica un’informazione non corrispondente al vero, divulgata perlopiù intenzionalmente attraverso il Web, i media o altre tecnologie digitali di comunicazione. La notizia falsa di solito è apparentemente plausibile e questo contribuisce ad alimentare la sua condivisione e diffusione nell’opinione pubblica, poco abituata (o senza gli strumenti per farlo) a filtrare e verificarne le fonti.

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    La fake news quindi contribuisce a formare le opinioni di chi legge e questo è il motivo per il quale in determinati momenti polito-sociali il fenomeno si acuisce. Si è calcolato che il 57% sul totale delle fake news ha contenuto politico o di cronaca, mentre al secondo posto, con il 20% troviamo le informazioni di carattere scientifico o tecnologico.

    In entrambi i casi si è in presenza di tematiche in grado di creare effetti divisivi sull’opinione pubblica, con conseguenti fenomeni di aggregazione o disgregazione sociale, a seconda che la notizia sia in linea o meno con le idee degli utenti. La disinformazione gioca un ruolo determinante in questo contesto. Secondo AgCom, le persone meno informate sono quelle che tendono a difendere la “bontà” di notizie spazzatura anche a fronte di prove scientifiche che ne contestino il fondamento. Talvolta, nemmeno le fonti più autorevoli riescono ad arginare l’effetto trainante di una fake news.

    È interessante, allora, analizzare alcuni esempi di fake news del passato o di attualità recente per capire meglio la loro natura.

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    Un caso storico, annoverato come una possibile fake news, fu quello del radiodramma “La guerra dei mondi”, diretto e interpretato da Orson Welles e trasmesso in diretta dalla CBS nel 1938, la sera della vigilia di Halloween. Il radiodramma era mascherato da notiziario, veniva recitato con un linguaggio professionale simile a quello dei comuni radiogiornali e parlava di un’invasione aliena sul suolo americano. L'ispirazione proveniva però non dalla realtà, bensì dal libro “La guerra dei mondi” di H. George Wells. Sebbene il grande attore avesse avvisato, a inizio trasmissione, che si stava trattando di una trasposizione del testo, gli effetti del radiogramma furono ingigantiti in modo sensazionalistico dalla stampa, perché si parlò di scene di panico nella popolazione: molte persone decisero di armarsi e si barricarono in casa, o iniziarono a fuggire in luoghi sicuri fuori delle loro città.

    Ai giorni nostri, le fake news su argomenti scientifici sono tornate alla ribalta in questo periodo di emergenza sanitaria: abbiamo letto una serie di bufale riguardanti la pandemia, l’origine del Covid-19 e i possibili effetti nocivi del vaccino.

    Anche la chimica e la fisica sono oggetto di frequenti fake news, le quali spesso nascondono strumentalizzazioni per screditare istituzioni o organismi di varia natura.

    Un esempio famoso è la bufala legata alle cosiddette scie chimiche, ovvero le scie di condensazione degli aerei le quali, secondo i "complottisti" (principali destinatari e sostenitori delle notizie false), avrebbero effetti molto negativi sulla salute della popolazione in quanto composte da sostanze altamente tossiche.

    Altra bufala, apparentemente innocua ma che nasconde interessi personali, è quella del “sale rosa”. L’idea di fondo è che questa sostanza abbia particolari effetti benefici sulla salute di chi lo utilizza. Si è dimostrato poi che il colore rosa è dovuto soltanto ad alcune “impurità” chimiche che conferiscono al sale, un normalissimo sale, la tipica e curiosa colorazione.

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    E allora come proteggersi dalle fake news? Informazione e spirito critico potrebbero stoppare molti dei tentativi di manipolazione, a volte maldestri, cui siamo sottoposti ogni giorno sui social e sul web. Poi se ci si vuol credere, beh, questa è tutta un’altra storia…

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    1. sottileconfine, Roma (Lazio)
      Ci vorrebbe un Maestro Manzi del 2°millennio per insegnare l'ABC dello spirito critico invocato nell'articolo. Mi piacerebbe entrare in un'aula della scuola dell'obbligo per osservare quanta maestria venga messa in atto dai docenti per far crescere lo spirito critico nei discenti. Tra debiti e crediti formativi, si è persa persino l'ombra del modo d'insegnare. L'onda lunga del '68 ha travolto tutto; soltanto gli epigoni del marxismo, saggiamente "pro domo cicero loro" riciclati e sempre a galla, nuotano nello tzunami da essi stessi provocato.
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