Quando muore una persona a noi cara è normale ricevere dagli altri compassione e supporto. Ma nella vita ci sono altri tipi di lutto che per ragioni culturali vengono considerati piccoli e irrilevanti, senza esserlo. Anche la morte di un animale domestico, per esempio, può dar luogo a un forte dolore che invece di essere compreso dalla gente viene considerato eccessivo e fuori luogo.
Con questo articolo vogliamo puntualizzare che tutti hanno il diritto di provare dolore per i propri lutti personali, a prescindere da quello che la società vuole raccontarci. Ogni cambiamento importante può essere vissuto con un forte carico emotivo e possono essere necessari mesi per riprendersi.
Ecco un elenco di alcuni possibili lutti ai quali di solito si dà meno peso rispetto a quello che meritano:
Chi non ha mai avuto un cane o un gatto può trovare difficile capire quanto sia profondo il legame che si crea con lui. Gli animali sono a tutti gli effetti parte della famiglia e vederli invecchiare e poi andare via può essere un dolore lancinante, simile a quello che si prova per la morte di un caro amico o di un familiare. Non è giusto sminuire questo tipo di lutto ed è del tutto indelicato dire a chi lo prova che è “esagerato”. I cani e i gatti rappresentano per molti la loro “parte bambina”, una parte spensierata e pura alla quale è tanto difficile dire addio.
Già è difficile dire addio ai nonni, e chiudere per sempre la loro casa (o venderla) può essere un ulteriore colpo al cuore. Per molti la casa dei nonni è il luogo della memoria della propria fanciullezza, un tempo spensierato che non potrà mai più tornare. La chiusura della casa dei nonni è perciò un vero e proprio lutto, nel quale la persona dice metaforicamente addio alla propria infanzia.
Si pensa sempre al lutto d’amore, che viene compreso e compatito, ma non si fa abbastanza attenzione al dolore che molte persone provano per la fine di un’amicizia importante. Dover dire addio, per qualsiasi ragione, a una persona che ha contato così tanto per noi è un’esperienza molto dolorosa dalla quale può essere necessario un lungo tempo per riprendersi. Nella società contemporanea il valore dell’amicizia è troppo spesso svalutato, mentre la sua importanza è fondamentale per il nostro benessere.
Capita che quelli a cui dobbiamo dire addio… siamo noi. A volte la vita ci mette di fronte a cambiamenti dai quali è impossibile riprendersi del tutto: si può riparare la crepa, ma questa resta sempre lì a ricordarci che mai niente tornerà come prima. Che si tratti della perdita della giovinezza, dell’innocenza o della fiducia nel mondo, il dolore che si prova può essere lacerante. Dire addio a una parte di noi è un lutto a tutti gli effetti.
Vedere i propri genitori invecchiare è un altro tipo di dolore che non si comprende finché non lo si prova. I genitori, per un bambino, sono due pilastri fondamentali, due esseri infinitamente potenti. Vederli perdere le forze piano piano, declinando con il tempo, significa veder andare in frantumi i propri punti di riferimento. Diventare “il genitore dei propri genitori” è la fortuna di chi ha la possibilità di vivere con loro abbastanza a lungo, ma allo stesso tempo è un dolore pungente che merita validazione e comprensione.
Ricordiamoci di essere sempre gentili e comprensivi con gli altri, rispettando il loro dolore: ognuno ha la propria sensibilità e cambiamenti importanti come questi possono lasciare un segno molto duraturo.