Il famoso naturalista Charles Darwin, nell’800, ipotizzava che gli esseri umani, prima di inventare il linguaggio, si “allettassero” tra loro con suoni e canti, insomma: con la musica. Secondo Darwin i nostri antenati facevano ricorso alle melodie per stringere legami sociali e anche (soprattutto) per sedurre potenziali partner. Probabilmente, lo scienziato fondava la sua ipotesi sull’osservazione degli animali, e in particolar modo degli uccelli, e traeva spunto dai loro comportamenti per immaginare il nostro più lontano passato. Ma questa teoria potrebbe avere un qualche fondamento? Se così fosse, si potrebbe concludere che qualcosa, negli anfratti più antichi della nostra memoria, ci porterebbe ancora ad attribuire alla musica un ruolo nel processo di seduzione.
Queste sono proprio le domande cui un team di ricercatori francesi ha recentemente tentato di rispondere. In particolare, gli scienziati si sono concentrati sulla seduzione da parte maschile e sulla risposta delle donne a stimoli musicali (d’altra parte, volendo restare in linea con le osservazioni di Darwin, anche nel mondo naturale è spesso il maschio ad emettere canti e suoni).
Secondo la psicologia evolutiva le donne, potendo avere un numero limitato di figli, sono più rigorose degli uomini nella selezione del partner e sono aiutate inconsciamente, nella scelta, dalla valutazione di certi elementi caratteristici: l’età, lo stato di salute, il potere economico e molto altro. L’obiettivo degli scienziati era capire se anche l’abilità musicale potesse essere uno di questi fattori.
Le ricerche sull’influenza della musica sulle donne non sono nuove: già nel 1998 era stato condotto un esperimento che dimostrava la loro particolare sensibilità alla musica nel periodo dell’ovulazione. Nel 2000 un altro studio ha indagato come il rapporto tra il terzo e il quarto dito della mano sia valutato dalle donne, inconsciamente, come un segno positivo nella scelta del partner (indica un buon livello di testosterone). Il rapporto “giusto” tra le dita della mano è più frequente nei musicisti professionisti, perché è una caratteristica innata che li predispone a svolgere bene il loro lavoro, un po’ come lo sono certe forme di piede per le ballerine.
Ed è così che lo studio è partito, prendendo un volontario ventenne e chiedendogli di fermare delle coetanee per strada cercando di ottenere il loro numero di telefono. L’esperimento si verificava in condizioni di volta in volta diverse: con la custodia di una chitarra in spalla, con una sacca sportiva in mano o senza alcun tipo di borsa. Il “copione”, invece, era identico: il ragazzo doveva dire solo determinate frasi e sorridere solo in certi momenti. Le ragazze scelte erano solo quelle che camminavano per strada da sole.
Il singolare esperimento si è concluso così: il 9% dei numeri è stato ottenuto con la borsa sportiva in mano, il 14% senza borse né altri oggetti caratteristici e il 31% con la custodia della chitarra in spalla. Un bel distacco!
Questo esperimento è naturalmente solo l’inizio di una ricerca più ampia, ma parrebbe confermare l’ipotesi di Darwin e degli scienziati che lo hanno seguito: forse le donne sono particolarmente attratte dai musicisti, anche se non sanno spiegarsi il perché. Questi perché sarebbero da ricercarsi negli anfratti del nostro istinto e confermerebbero ancora una volta quanto siamo simili, nella nostra particolarità, alle altre specie animali che abitano il nostro pianeta.