Di cosa parliamo quando parliamo di noia? Secondo il pensiero comune si tratta di una sensazione spiacevole di vuoto, mancanza di prospettive, tempo sospeso. Ne hanno parlato psicologi, filosofi, poeti e persino etologi, dato che la noia sembra riguardare anche gli animali. Già, persino loro, in assenza di stimoli, si annoiano e pare rimedino semplicemente... con il sonno! Effettivamente anche gli esseri umani, quando incontrano la noia, spesso desiderano dormire, come se intuissero che il mondo interiore, attraverso il sogno, è in grado di inviare suggerimenti e stimoli che fatichiamo a vedere nella vita diurna.
La noia ci rallenta per farci guardare altrove
Certamente, esistono situazioni, lavori, relazioni che risultano noiosi e quindi producono frustrazione, fastidio, irritazione, desiderio di fare altro o di essere altrove. In questi casi la noia rallenta la velocità della mente e persino il corpo rischia di scivolare in uno stato di torpore pericoloso. Detto tutto questo, una domanda sorge spontanea: la noia è qualcosa di "moderno" o è sempre esistita? Gli antichi romani ad esempio non conoscevano la parola noia (che deriva dalla lingua provenzale) ma praticavano l’otium, che però non corrisponde al nostro oziare ma conteneva una ricerca attiva di piaceri. Gli antichi godevano cioè della bellezza del tempo vuoto attraverso attività contemplative, come conversare su temi stimolanti, filosofici, religiosi o politici. Insomma, l'uomo antico aveva un rapporto più armonico con quella sensazione di vuoto che caratterizza la noia.
Sfruttare la noia, reagire all'apatia
Al contrario, per noi "moderni" la noia è per lo più un nemico da combattere, qualcosa che spaventa e apparentemente abbiamo ragione, perché gli svantaggi della noia sono abbastanza evidenti: la mente vaga senza porre attenzione a quello che si sta facendo, ascolta senza comprendere, legge senza capire, si muove con minore attenzione...
In realtà, la noia in sé non è una condizione sempre negativa, anzi, se accolta senza commento e senza cercare di tacitarla con dei riempitivi, può aiutare a trovare gli stimoli giusti per ripartire e dare nuovo senso alla vita. La noia ci spinge a uscire dall'apatia che lei stessa "provocatoriamente" crea attirando la nostra attenzione su qualcosa d'insolito, di inaspettato, di nuovo. Non solo: risvegliando indirettamente l’attenzione, la noia può farci cogliere una frase importante di un discorso altrimenti noioso, o un atteggiamento interessante di un’altra persona, che prima non avevamo notato. Del resto, la nostra mente non dorme neanche durante il sonno ed è quindi capace di "sfruttare" la sensazione di noia, indirizzandoci verso una reazione appropriata al momento che viviamo e soprattutto al nostro carattere.
Non combattere la noia, è un trampolino per ripartire
Chi quindi detesta la noia senza riflettere sul suo senso profondo rischia di spingere corpo e mente a cercare gli eccessi o pericoli pur di non provare mai quel vuoto. L’adrenalina che inonda il corpo in una situazione rischiosa non solo ci avvicina al pericolo stesso ma rischia di diventare una pericolosa dipendenza, come le tossicomanie insegnano ogni giorno. Se l'anima ci fa provare noia è dunque per spingerci a cercare: prima dentro, poi fuori di noi. Spontaneamente, ci accorgeremo che ci sarà una nuova persona da scoprire e da conoscere, un nuovo aspetto dello studio o del lavoro da approfondire, un’idea interessante che sorge dalle nuvole grigie della noia stessa.
La noia non è quindi solo fastidio e sbadiglio: può essere un trampolino per cambiare qualcosa che ci disturba. E regalarci una possibilità in più di vivere meglio la nostra vita.