Il 5 marzo 2022 Pier Paolo Pasolini “compie” cent’anni. Non sono molte, a dire il vero, le iniziative pubbliche lanciate per celebrare questo grandissimo scrittore e regista italiano: ce ne saremmo aspettate di più. Cionondimeno è importante ricordare il ruolo che Pasolini ha avuto e continua ad avere nella cultura del nostro Paese, con opere librarie e cinematografiche entrate per sempre nella storia artistica italiana.
Enzo Golino ha scritto: “Sul vuoto che Pasolini ha lasciato permane la difficoltà di cancellarne l’ombra, e più si tenta di cancellarla e più si proietta nella realtà che stiamo vivendo”. In effetti Pasolini, lo “scrittore corsaro”, è ancora oggi una figura discussa, ricca di contraddizioni, di ombre, di attribuiti spunti profetici, di spigoli fastidiosi. Il suo ricordo non è ancora sereno, anche se dalla sua morte (1975) si celebreranno l’anno prossimo i sessant’anni.
Pier Paolo Pasolini è ricordato per opere profondamente liriche, da un lato, e apertamente provocatorie, dall’altro. Sulle sue opere e la sua vita aleggiavano costanti accuse di oscenità: il romanzo Ragazzi di vita (1955) fu oggetto di accusa perché trattava il tema della prostituzione maschile; il corto La ricotta (1963) fu accusato di vilipendio alla religione; la Trilogia della vita, in particolare con I racconti di Canterbury (1972), fu ripetutamente censurata; e così via. In tutto, tra fatti privati e artistici, Pasolini collezionerà ben 24 denunce.
Chi non ricorda le sue continue provocazioni, da quando da giovane venne allontanato dal bigotto PCI per la sua omosessualità, a quando intervenne nella rivoluzione teatrale degli anni ‘60 con un provocatorio manifesto, a quando si scagliò contro il linguaggio televisivo, alla questione di Petrolio e del capitolo scomparso. La stessa morte violenta dell’artista fu contemporaneamente uno shock e un’ultima, deflagrante provocazione alla “morale” collettiva.
Ma a cento anni dalla nascita di questo genio sopra le righe è importante soprattutto ricordare il contributo artistico, oltre che polemico, che ha dato al nostro Paese. Non solo è stato uno dei registi più importanti, riconosciuti a livello internazionale, che hanno fatto grande il cinema italiano; non solo è stato uno scrittore in grado di elevare la propria lingua madre, la lingua friulana, a lingua letteraria profondamente contemporanea. È stato anche in grado di donare alla città di Roma una nuova immagine, ben più profonda e ricca di ombre di quella che ci aveva raccontato Fellini, una eredità che i quartieri più periferici ancora ricordano; è riuscito a introdurre nella pacata letteratura italiana un gusto per l’estremo che, benché si dica in ogni dove che Pasolini non ha eredi, in realtà è una guida per gli artisti più giovani.
Per questo e molto altro, cogliamo l’occasione dell’anniversario per rileggere i suoi innumerevoli scritti poetici, teatrali e romanzeschi, per riguardare i suoi film, per rileggere le sue Lettere e per lasciarci ispirare. Anche se ormai Pasolini è morto da tempo, sembra che ci sia ancora molto da lavorare per fare pace con la sua incredibile personalità.