Scienziato, pittore, letterato, instancabile osservatore della natura, sin da giovane Leonardo dimostra una curiosità senza pari e un interesse straordinario verso tutte le discipline, con studi in ambito anatomico, medico, architettonico, ingegneristico, biologico, fisico, nonché nel campo dell’estetica e della musica. Molte sono le opere artistiche, conosciute a livello mondiale, come L’Ultima Cena e la Gioconda, la famosa Monna Lisa venduta, a quanto pare, dallo stesso artista, al Re Francesco I, per quattromila scudi d'oro, la somma di due anni del suo stipendio. Non mancano misteri e miti a fare da cornice alla sua vita e alle sue opere, tra i più recenti ricordiamo l’attenzione riportata sul Salvator Mundi, il dipinto più costoso della storia, scomparso dopo essere stato battuto all’asta di Christie’s nel novembre 2017 e di cui oggi teorie e complotti mettono in dubbio la provenienza.
I suoi studi arrivarono ad approfondire le tematiche più svariate, anche quella dell’alimentazione. Si dice che Leonardo abbia esercitato, per diciannove anni, presso la corte degli Sforza a Milano, il mestiere di chef, professione che ai suoi tempi si chiamava “Gran Maestro delle feste e dei banchetti” e che sia stato un vegetariano convinto. Egli era un animalista ante litteram; spesso si recava nei mercati a liberare gli animali in gabbia che dovevano essere venduti e, secondo un suo contemporaneo, il navigatore Andrea Corsali, “non si cibava di nulla che avesse del sangue”. A proposito di cibo, pare che Leonardo abbia avuto una propria trattoria, insieme a Botticelli, ma la notizia non è del tutto accertata. Alcuni anni fa si cominciò a parlare di un certo Codice Romanoff, presunto manoscritto custodito in Russia, in cui Leonardo avrebbe descritto i piatti serviti nella sua Taverna delle tre lumache, sul Ponte Vecchio di Firenze. Quel codice, però, sarebbe solo un’invenzione dello scrittore inglese Jonathan Routh.
Leonardo di ser Piero da Vinci, nato il 15 aprile 1452 a Vinci, in Toscana, era figlio illegittimo di uno stimato notaio fiorentino che aveva, tra i suoi clienti, alcuni membri della famiglia Medici. La madre, invece, si chiamava Caterina, che all'epoca era un nome comune delle schiave convertite al cattolicesimo, originarie dell'Oriente. Da alcune impronte rilevate sul San Girolamo, sembra che l’artista toscano avesse in realtà caratteristiche tipiche degli arabi. Ma fu merito del padre italiano se il giovane Leonardo fu condotto, ancora adolescente, in una delle botteghe più prestigiose dell'epoca, quella di Andrea Verrocchio, dove iniziò a maturare quel genio del Rinascimento che tutti conosciamo e in cui subì anche un processo per sodomia, così come testimoniano alcuni documenti ritrovati, riguardanti un processo per atti sessuali illeciti. In essi si apprende che Leonardo fu imputato, insieme ad altri allievi della bottega del Verrocchio, nel 1476. La vittima dell’abuso era un certo Jacopo Satarelli, apprendista orafo fiorentino, di diciassette anni, ma presto, nonostante la breve incarcerazione di Leonardo, vennero tutti assolti, perché la denuncia era anonima e non poteva essere accettata. Per quanto riguarda invece le accuse di omosessualità, in un secondo processo i giudici chiusero la causa dichiarando "il non luogo a procedere".
Se questo fatto mette in evidenza una condotta non del tutto irreprensibile, è fuori dubbio che egli, con le sue svariate invenzioni, sia stato un precursore dei nostri tempi. Molti, ad esempio, lo considerano l’iniziatore del genere della caricatura, per il suo interesse verso il grottesco e il comico. Il suo sguardo era attirato non solo dal bello, ma anche dal deforme e in effetti esiste almeno un foglio con disegni di teste maschili in cui le caratteristiche fisiche sono accentuate fino a un effetto buffo e goffo. Pare anche che sia stato tra i primi a screditare la chiromanzia, dichiarando che i chiromanti fossero solo dei cialtroni, analizzando le mani di alcuni morti nello stesso momento e facendo notare che le linee della vita fossero dissimili.
Non ci è difficile credere che Leonardo abbia avuto il gusto per la sperimentazione. Il suo più famoso “esperimento” venne messo in opera quando ricevette, da Ludovico il Moro, l’incarico di dipingere, su una parete del refettorio del convento annesso alla basilica di Santa Maria delle Grazie, un affresco dell’Ultima cena. A Leonardo la tecnica dell’affresco, che prevedeva di lavorare velocemente sull’intonaco “a fresco”, non piaceva. Per cui se ne inventò una che gli permettesse di andare ogni tanto a dare anche una sola pennellata, continuando a seguire in contemporanea i suoi altri studi e lavori. Troppo tardi scoprì che il dipinto, così si deteriorava rapidamente: complice l’umidità dell’ambiente, il Cenacolo, infatti, si ridusse a una macchia di colore indistinta quando ancora era in vita.
Il grande genio, dunque, non era infallibile. Anche nelle sue teorie sono presenti degli errori, come la convinzione che nel cervello ci fossero tre ventricoli, ma è inconfutabile che anche in campo medico Leonardo sia stato un pioniere, scoprendo la funzione di pompa del cuore nel corpo umano Ai suoi tempi, infatti, si credeva, che il cuore servisse solo a scaldare il sangue. Così alcune strutture anatomiche cardiache portano il suo nome come la “trabecola arcuata di Leonardo” o il “fascio moderatore di Leonardo da Vinci”.
Per restare in ambito scientifico ricordiamo che Leonardo è stata la prima persona ad osservare gli anelli di accrescimento degli alberi e a capire che, contandoli, si potesse determinare l’età di una pianta. Da questa osservazione è nata, in anni recenti, una nuova scienza, la dendroclimatologia, che studia i climi del passato, grazie a particolari tracce lasciate dalla natura negli anelli degli alberi. Egli, inoltre, capì anche cosa fossero i fossili. Nel Rinascimento si riteneva che i “nichi”, come si chiamavano allora, fossero forme di vita a cui Dio non aveva dato l’anima o residui del diluvio universale. Leonardo fu il primo, dopo gli antichi Greci, a comprendere che si trattava di resti di animali e piante pietrificati da processi geologici e portati alla luce dai movimenti della crosta terrestre.
In un certo senso si potrebbe anche dire che Leonardo sia stato anche il primo a stilare un Curriculum Vitae. Quando si recò da Ludovico il Moro, nel 1482, portò con sé una lettera di presentazione, in cui astutamente metteva in luce le sue abilità di ingegnere militare, proprio in un momento in cui il Moro coltivava l’ambizione di espandere il suo regno e solo nell’ultimo punto, su dieci, scrisse di ciò che avrebbe potuto fare “in tempo di pace”. Tutta la parte precedente è un catalogo di opere belliche che prometteva di saper realizzare, dai “ponti leggerissimi e forti” alle “bombarde commodissime et facili da portare”, ai carri coperti, “securi et inoffensibili”. Non sappiamo quanti di questi progetti furono effettivamente realizzati ma la lettera raggiunse il suo scopo.
Infine, non possiamo concludere questa simpatica rassegna senza non citare la sua invenzione della macchina volante, probabilmente dovuta al suo interesse per gli uccelli. Ispirato da questi animali, progettò diversi macchinari, con l’intento di inventare uno strumento che permettesse agli esseri umani di volare. La macchina si rivelò un vero e proprio prototipo, utilizzato per la progettazione degli aerei, a cui aggiunse un archetipo di uno scafandro. Alcuni hanno ipotizzato che il suo modello abbia ispirato la progettazione del sottomarino.
Non tutto ciò che si dice del Gran Maestro ha una base scientifica. ma è sicuro che le sue idee ed invenzioni, i suoi progetti e disegni di macchine nei vari rami della tecnica, sono in tal numero e di tal ricchezza da sbalordire chiunque, anche uno dei nostri giorni.