L’essere in coppia non ferma e non accelera la crescita personale di ciascuno dei partner. Ecco perché può capitare, a un certo punto della relazione, di pensare che l’altro “sia cambiato, non sia più la stessa persona” o che, al contrario, sia rimasto un “immaturo”. In quasi tutte le coppie capita, soprattutto dopo i primi mesi insieme, di sperimentare questo disallineamento esistenziale che rischia di allontanare i due innamorati. Ma chiariamo meglio che cosa intendiamo per evoluzione di un partner:
In entrambi i casi uno dei due partner potrebbe avere la sensazione di restare indietro rispetto al cambiamento dell’altro: questo potrebbe destabilizzarlo o scatenare in lui un istintivo rifiuto. Non è così raro che la presa di coscienza di una evoluzione “dispari” scateni una crisi di coppia. Che fare, a questo punto?
Il primo passo potrebbe essere confrontarsi non sulle differenze, ma sugli obiettivi comuni della coppia. Il cambiamento di uno dei partner è sempre destabilizzante, ma se i desideri di entrambi continuano a rivolgersi nella stessa direzione è più che possibile ritrovare l’armonia. Secondo gli psicologi Bader e Pearson, tutte le coppie sono contraddistinte da diverse fasi:
In teoria, se queste sono delle fasi naturali della coppia, sappiamo anche bene per esperienza personale che non sempre si arriva a un riavvicinamento: questo accade soprattutto quando, dopo i primi momenti di euforia, ci si accorge di essere davvero troppo diversi. L’armonia iniziale, allora, era già di per sé un’armonia “imperfetta” e troppo fragile.
Se però si impara a cogliere il cambiamento del partner come un’opportunità e si evita di reagire con rabbia alla sua (e alla propria) evoluzione naturale, la maggior parte dei conflitti saranno risolvibili. È normale avere paura del cambiamento, ma coglierne l’inevitabilità per reagire creativamente rappresenta un grande aiuto nella gestione delle crisi di coppia.