Tristano e Isotta sono tra gli amanti più famosi della letteratura di ogni tempo: la loro storia passionale e triste viene raccontata ancora oggi, dopo centinaia di anni, in film, quadri e opere liriche e non smette mai di affascinare.
La leggenda di Tristano e Isotta è di origine celtica ma è stata rielaborata e scritta in Francia nel corso del Medioevo, subendo l’influenza dei romanzi e della letteratura cortese.
La vicenda ha come sfondo una rivalità tra nazioni: la Cornovaglia, terra di Tristano, è in perenne conflitto con l’Irlanda, da cui Isotta proviene. Il re Marco, zio di Tristano, lo invia diverse volte in terra nemica per compiere delle importanti missioni, tra cui l’uccisione di un mostro antropofago, ma in una di queste scorrerie il giovane rimane ferito. Tornato a casa in punto di morte, chiede di essere posto su una barca e lasciato a terminare i suoi giorni in mezzo al mare. Ma la barchetta arriva sulle coste dell’Irlanda dove Isotta, principessa celtica, lo trova e lo salva.
Secondo la recente rielaborazione cinematografica Tristan & Isolde, diretta da Kevin Reynolds, sarebbe proprio in questo momento che inizierebbe l’amore tra i due ragazzi: in una grotta accanto al mare, nei lunghi giorni in cui Isotta cura le piaghe del giovane aiutandolo a rimettersi in piedi e a tornare a casa. Secondo la versione storica del mito, invece, l’amore tra Tristano e Isotta sarebbe nato diversamente. Vediamo come.
Tornato in Cornovaglia, Tristano viene a sapere che il re Marco è stato spinto dai suoi consiglieri a trovare una moglie; un uccellino era entrato nella stanza del re portando nel becco una ciocca di capelli biondi e il fato sembrava suggerire che la proprietaria di quella ciocca sarebbe stata la miglior sposa. Così Marco si era messo in cerca della donna. Tristano, vedendo quei capelli biondi e ondulati, capisce subito che si tratta dei capelli di Isotta e si offre di andare a prendere la dama per offrirla allo zio. Ma nel corso del viaggio dall’Irlanda alla Cornovaglia Tristano e Isotta bevono per sbaglio un filtro d’amore ed esplodono di passione l’uno per l’altra.
Quale che sia la vostra versione preferita della storia, con o senza l’intervento di un filtro d’amore, è chiaro che gli ingredienti per una favola tormentata ma piena di passione ci sono tutti: in Tristano prevarrà la lealtà per lo zio oppure l’amore per la giovane Isotta? E per lei, principessa destinata a riappacificare due popoli con un matrimonio, prevarrà la missione politica cui è destinata oppure la passione più viscerale?
La dimostrazione che tenere a bada le passioni è difficile, se non proprio impossibile, è chiarissima in questa leggenda. Isotta sposa re Marco, ma riesce con l’inganno a non consumare il matrimonio. Intanto, si incontra con l’amato Tristano in tempi e in modi sempre più pericolosi. Dopo una serie di mirabolanti intrighi, Tristano e Isotta vengono scoperti e per lui inizia un lungo periodo di esilio in Britannia, nel corso del quale sarà costretto a sposare un’altra dama – la quale, per ironia della sorte, si chiama Isotta. La leggenda, per distinguere le due donne, chiama la principessa “Isotta la bionda” e la moglie di Tristano “Isotta dalle bianche mani”.
Ma Tristano non riesce a stare lontano dalla sua amata e torna in Cornovaglia più volte, sempre mascherato. Ma un giorno Tristano, trovandosi ferito e nuovamente in punto di morte, chiede alla moglie di chiamare Isotta la bionda perché lo curi – solo lei può riportarlo alla vita. La moglie, conscia dell’amore che lega i due amanti clandestini, acconsente ma prepara la sua vendetta.
Tristano chiede che la nave in arrivo dalla terra di Cornovaglia issi vele bianche se porta con sé Isotta, vele nere se la dama ha scelto di non venire. Isotta parte per curare Tristano e la nave issa vele bianche ma la moglie di Tristano, per gelosia, gli dice che la nave ha vele nere.
Così Tristano muore per la disperazione e Isotta, arrivata troppo tardi, lo segue poco dopo. Ma la moglie di Tristano, pentita per il suo gesto e ammirata di fronte a una così grande dimostrazione di amore, sceglie di inviare entrambi i corpi in Cornovaglia perché siano sepolti insieme.
In questa storia dal finale drammatico vediamo quanto l’amore sia una forza potente e quanto possa essere superiore persino alla fedeltà dovuta alla famiglia, all’onore individuale, alle leggi della società. Ecco perché la vicenda di Tristano e Isotta è una intramontabile fonte di ispirazione.