Circa i due terzi dei fidanzati, specie quando sono all’inizio della loro relazione, comunicano tra loro con una voce involontariamente più acuta rispetto a quella che utilizzano normalmente. Il timbro della voce degli innamorati diventa molto simile a quello che si usa parlando con i bambini, in un linguaggio che viene chiamato “maternese”.
Perché questo accade? Il “maternese”, quella particolare sfumatura di tono che quasi tutti adottano quando parlano con un neonato, secondo gli studiosi aiuterebbe il piccolo nell’apprendimento. Quando il tono si fa più acuto, lento e cantilenante attiva infatti, secondo l’esperta di scienze del linguaggio Patricia Kuhl, l’attivazione dei circuiti neurali legati alla crescita cognitiva. Ma questo non c’entra nulla con l’utilizzo del “maternese” tra gli innamorati. Sembra che tra loro, l’utilizzo di un linguaggio simile a quello che si adotta coi bambini sia legato esclusivamente al desiderio di trasmettere affetto e senso di protezione, quasi che adottare un particolare timbro fosse eredità di un istinto paterno e materno innato in tutti noi.
Se è così, è molto bello pensare che quando ci troviamo di fronte a una persona che amiamo davvero diventiamo inconsapevolmente “genitori” legandoci a lui o lei in modo autentico e totale come faremmo con un figlio. I toni acuti che danno tanto fastidio a chi è fuori della coppia e che vengono spesso derisi rappresentano l’instaurazione di un linguaggio “privato” che aiuta a unire in un vincolo più forte la micro comunità costituita dalla coppia.
In questo, anche i tipici nomignoli che gli innamorati si rivolgono giocano un ruolo importante. I vari “patatino” e “cucciolo” che al di fuori della coppia appaiono così buffi rispondono alla stessa esigenza inconscia del “maternese”: contribuiscono a creare vincoli che uniscono gli amanti con lo stesso stesso metodo adottato da un genitore nei confronti del proprio bambino. Ciò significa che la coppia, istintivamente, si trasforma in famiglia attraverso la creazione di una lingua comune.
Di solito questo tipo di linguaggio va a decadere quando la coppia è insieme da molti anni e soprattutto quando arrivano dei bambini. Ma sembra, secondo diversi studi universitari, che le coppie che adottano il “maternese” e i nomignoli siano in media più complici, più felici e soddisfatte rispetto alle coppie che adottano un linguaggio più adulto e più freddo.
Perciò, anche se la pratica del “maternese” può far ridere chi non è coinvolto, sappiate che risponde a un impulso naturale del tutto positivo.