Viviamo in tempi più che mai difficili, segnati da avvenimenti tanto grandi a livello mondiale che è impossibile non sentirsene influenzati. Questi macro-eventi (il Covid, la guerra nell’Est Europa, la crisi energetica ed economica) ricadono su di noi in una varietà di modi: intaccano il nostro lavoro, se precario, il nostro potere di spesa, ma anche il nostro stesso modo di approcciarci al futuro.
Gli ultimi anni ci hanno insegnato che il futuro è sempre un’incognita e che nulla di ciò che abbiamo sempre dato per scontato si realizzerà per forza. Questo, per alcuni di noi, è davvero angosciante.
Ecco allora che in tempi di instabilità trovare un equilibrio interno, una sicurezza in sé e una “centratura” dell’io è particolarmente importante.
Si racconta che Marco Aurelio, l’imperatore filosofo, fosse particolarmente affascinato dall’arte dei funamboli che si esibivano danzando su un filo. Sembra che, interrogati alcuni artisti su come facessero ad allenarsi, Marco Aurelio si sentì dire che era tutta questione di concentrazione: i funamboli allenavano la loro mente a pensare che nulla li tenesse legati alla terra, che nulla potesse minare il loro equilibrio. Così riuscivano a sentirsi sicuri anche su una sottilissima fune.
Dall’equilibrio fisico a quello mentale: mai come in questo caso le due sfere dell’esistenza si compenetrano. In psicologia esiste, non a caso, un modello chiamato “degli stati mentali bilanciati” (BSOM), secondo cui la solidità interiore è l’arma principale per reagire alle avversità.
Il mantenimento di un equilibrio personale quando tutto intorno sembra muoversi richiede una serie di abilità: conoscere a fondo le proprie emozioni, saper controllare lo stress e saper mettere in atto strategie di coping. Il coping (dall’inglese to cope, “affrontare”) è un termine chiave nel linguaggio della psicologia e definisce le risorse cognitive e comportamentali che aiutano un individuo a fare fronte a un ambiente ostile. Esistono tre tipi di coping, tutti fondamentali per la risoluzione dei problemi: il task coping, ossia le abilità che consentono di focalizzarsi su un compito e portarlo a termine ignorando i fattori non utili; l’emotion coping, ossia la capacità di regolare efficacemente le emozioni; l’avoidance coping, che consente di ignorare per quanto possibile un evento stressante e di richiedere l’aiuto solidale degli altri.
La relazione tra i tre tipi di coping è interessante: per reagire ai grandi cambiamenti del nostro mondo è importante non solo affrontare direttamente i più importanti cambiamenti pratici, ma anche evitare di farsene bloccare “dimenticandoli”. Questo sembra suggerire anche l’arte del funambolo, che guardando sempre avanti e mai dietro o sotto di sé lascia che una parte della sua mente dimentichi di trovarsi sospesa nel vuoto. Guardare avanti, in momenti di instabilità, è il consiglio più problematico ma anche il più prezioso: non si tratta di diventare incoscienti ma di saper mettere al riparo, attraverso un efficace trucco mentale, la propria anima dalla paura dell’abisso.
Guardare avanti significa coltivare la calma e la speranza, progettare. Nessun’attività in questo senso è troppo “piccola”. Dedicarsi a un hobby, prendersi cura di un animale, imparare una lingua, uscire con gli amici, cercare l’amore: muoversi in avanti per migliorare, diventare più forti e arricchire la nostra vita, questa è la migliore strategia per reagire all’instabilità che ci circonda.