La grafologia è una tecnica che si propone di analizzare la personalità di qualcuno partendo dal modo in cui scrive. Molti sono gli elementi presi in esame: la pressione della penna sulla carta, la dimensione e la direzione delle lettere, la velocità di scrittura, la presenza più o meno frequente di cancellature. Un tempo, l’analisi grafologica ambiva a divenire una vera e propria scienza e come tale veniva proposta e promossa. Ancora oggi l’Associazione Italiana Ricerca Grafologica (ARIGRAF) descrive la grafologia come “una vera e propria scienza umana”. La conferma a livello sperimentale della sua attendibilità, però, non è mai arrivata, relegando questa tecnica nell’ambito delle curiosità e dandole al massimo un ruolo marginale e di supporto in altri ambiti.
La grafologia nasce nel lontano ‘600, quando l’erudito Camillo Baldi propose per primo la possibilità di studiare la personalità attraverso la scrittura. Nel ventesimo secolo questa tecnica raggiunse la sua massima popolarità, con la creazione di ben tre scuole: quella francese, quella italiana e quella svizzera/tedesca. In Italia la personalità più importante fu padre Girolamo Moretti, un frate francescano che dedicò la sua vita a rintracciare i più profondi impulsi psichici dietro alle forme della scrittura. I grafologi ricercano nelle parole vergate su carta la sintesi di tre elementi: l’impulso vitale, legato all’ambito dell’istinto, il desiderio di affermarsi, collegato anche agli impulsi sessuali, e infine la volontà di elevazione, collegata alla sfera della cultura e del pensiero. Oltre alle caratteristiche più stabili e tipiche della scrittura, particolare attenzione è data anche ai segni accidentali, considerati come manifestazioni dirette dell’inconscio. Il risultato di un’analisi grafologica professionale è assolutamente unico, così come può esserlo la personalità di un individuo.
Anche noi possiamo, pur senza essere esperti, provare a prendere spunto da alcuni assunti della grafologia che, semplificati, possono diventare una sorta di gioco. In particolare possiamo osservare:
La grafologia, oggi, non è considerata una scienza vera e propria, ma ciò non significa che non celi spunti estremamente interessanti per approfondire la conoscenza di noi stessi, del mondo, degli altri: un gioco intellettuale in grado di stimolare la discussione e accendere la curiosità.
Per finire, notiamo che la grafologia è in qualche modo la “madre” di una tecnica, questa sì, davvero scientifica e utile in ambito forense, detta “perizia calligrafica”. L’intento di questa non è rintracciare la personalità di un criminale attraverso la scrittura ma, più semplicemente, di dimostrare la paternità o meno di una frase o di una firma. La scrittura, infatti, è davvero come un’impronta digitale del suo autore e l’occhio di un esperto sa distinguere una grafia originale da una artefatta.