La neuroscienziata Livia Tomova ha pubblicato di recente un interessante studio che indaga, dalla peculiare angolazione offerta dalla sua disciplina di studio, la propensione naturale di noi esseri umani per l’amicizia, il bisogno che abbiamo di essa.
La Tomova ha realizzato un esperimento isolando per 10 ore una serie di volontari tra i 18 e i 40 anni. Dopo questa fase, ha sottoposto ciascuno a una risonanza magnetica mentre mostrava su uno schermo immagini di amici intenti a divertirsi. Una situazione che, dopo più di due anni di pandemia, ricorda qualcosa che proviene dall’esperienza di molti di noi: passare tanto tempo da soli e vedere – o ricordare – immagini legate ai contatti sociali e al divertimento.
Cos’è successo ai volontari? Nei loro cervelli si sono attivati diversi gruppi di neuroni, gli stessi che reagiscono quando dopo un lungo digiuno una persona vede del cibo. Livia Tomova ha concluso che il nostro cervello è letteralmente affamato di amicizia.
Questa ricerca, straordinariamente significativa e attuale se vista alla luce dell’isolamento imposto dai lockdown degli anni scorsi, non è certo la prima: molti scienziati si sono interrogati sulla funzione dell’amicizia e sulla sua necessità per la salute personale e collettiva.
Nel passato, tanti scienziati si sono sforzati per individuare non solo quanto, ma di quanti amici abbiamo bisogno per vivere bene. Nessuno, però, è riuscito a trovare una risposta esaustiva (anche perché le variabili in gioco sono davvero tante quanti siamo noi!). Secondo il MIT Technology Review il nostro cervello riuscirebbe a legarsi a non più di cinque “migliori amici” in contemporanea. Se parliamo di amicizie più blande, fa fede per molti il numero stabilito da Robin Dumbar, il quale sostiene che il nostro cervello ci permetta di legarci al massimo a centocinquanta persone. Altre ricerche hanno contraddetto la teoria del “numero di Dumbar”, ma questo è diventato così famoso da essere sfruttato dalle aziende per organizzare gruppi di lavoro e uffici migliori.
In conclusione, nessuno sa di quanti amici abbiamo davvero bisogno per stare bene (la nostra personale opinione è che anche un solo amico, ma vero, basti) ma è certo che il bisogno di amicizia è vitale per noi come il pane, come l’aria, come l’acqua.
Con le loro ricerche, a volte azzardate e portatrici di risultati parziali, gli scienziati hanno sempre confermato la natura estremamente sociale dell’essere umano. Ecco perché, anche se viviamo in una società che ci permette di essere sempre più autosufficienti, non potremo mai smettere di dipendere dai nostri simili almeno per quanto riguarda il benessere mentale. Chi ha la fortuna di avere dei buoni amici è destinato a vivere una vita più felice e anche, secondo gli scienziati, più sana e lunga, in quanto i contatti sociali positivi aiutano a rallentare l’insorgenza delle malattie senili.
Insomma: speriamo che al termine di questa nostra digressione vi sia venuta voglia di richiamare quel vecchio amico che non sentite da tempo, oppure di incontrarne uno nuovo!