Ti sarà capitato di leggere o sentir dire questa frase: “Come ti trattano gli altri è un loro problema. Come reagisci è un problema tuo”. Questa massima vale tanto per i torti subiti dalle persone quanto per gli strali della sorte, che nella maggior parte dei casi non dipendono dal tuo controllo. Se la tua reazione è tutto ciò che può fare la differenza tra un incidente irrimediabile e un veicolo di rinascita, come bisognerebbe reagire allora? La dott.ssa Anna Maria Sepe, fondatrice di Psicoadvisor, ci regala dodici spunti di riflessione per evitare di cadere in uno scoraggiamento poco utile quando le delusioni fanno capolino nella vita ma, al contrario, per tirare fuori le tue migliori risorse. Vediamo insieme tutti e dodici i consigli.
Onestamente, a volte sembra davvero che il mondo cospiri contro di noi! Perché deve piovere durante i nostri pochissimi giorni di ferie? Perché chi ci sta accanto riesce molto facilmente in compiti che per noi sembrano insormontabili? Perché lo scocciatore di turno deve capitare solo e soltanto sulla nostra strada e solo e soltanto nel peggiore dei momenti? È difficile, a volte, dirsi che “no, non sono io, non è una questione personale”. Eppure, nella stragrande maggioranza dei casi, è proprio così. La persona malvagia o fastidiosa che ci rende la vita impossibile la rende tale anche a tutti gli altri, probabilmente; e quando piove piove per tutti. Evitare di prenderla sul personale significa fare uno sforzo di contestualizzazione e di razionalizzazione che aiuta molto a recuperare la serenità.
Nella celebre serie “Strappare lungo i bordi” di Zerocalcare, quasi un intero episodio è dedicato alla gioia dell’essere piccoli e poco influenti: dei “fili d’erba in un prato”. In effetti, credo che anche tu spesso ti sia sentito molto male perché hai creduto che un tuo sbaglio potesse avere conseguenze catastrofiche su te e sugli altri. Quasi mai questo è vero, e il motivo è che ciascuno di noi è molto meno potente di quanto pensi. Siamo meno che formiche nell’immensità dell’universo e questo, lungi dal farci sentire inutili, dovrebbe piuttosto farci sentire liberi di essere come vogliamo e di fare ciò che possiamo senza pretendere troppo da noi.
Basta ascoltare una canzone che ti piace e cantarla a squarciagola, fare una corsa a piedi o in bicicletta, mollare tutto e uscire in campagna… qualsiasi cosa che ti sia utile per spezzare il circolo vizioso dei pensieri negativi.
Concentrarsi sugli elementi negativi o sulle opportunità offerte da una situazione è una scelta che possiamo sempre fare. Scegliendo di vedere solo il negativo ci autosabotiamo, mentre scegliendo di dar fiducia agli elementi positivi di un problema cominciamo già a tirarcene fuori. Avere un controllo sulla propria capacità di concentrarsi può essere difficile in certe situazioni: di fronte a problemi molto destabilizzanti è normale sentirsi confusi e incapaci di vedere le opportunità insite in essi. Per questo, a volte, è importante anche darsi tempo.
Appunto, darsi tempo, respirare! Perché non siamo macchine e, per quanto possiamo allenarci a reagire bene alle situazioni stressanti, abbiamo pur sempre bisogno di tirare il fiato ogni tanto. Prendersi un tempo di inazione e di riposo spesso è parte della soluzione.
Se ti trovi in un ambiente ostile reagire amorevolmente, ossia in modo assertivo e affabile, può trasformare la tua situazione. Se ti lasci prendere dalla rabbia potresti generare una spirale di odio, mentre reagendo in modo il più possibile pacato potresti addirittura ribaltare la situazione a tuo favore.
C’è qualcosa di incredibilmente divertente nella “sfiga”. In effetti, il protagonista del 99% delle commedie o dei cartoni animati ha come protagonista un personaggio piuttosto sfortunato che subisce angherie di ogni tipo. Ne ridiamo perché, in fondo, sappiamo che quel poveraccio che sullo schermo è bersagliato dalla “sfiga” alla fine troverà il modo di essere felice e soddisfatto. Anche le nostre vite, se ci pensiamo bene, possono essere intese come delle commedie: vale la pena di ridere dei nostri guai, se riusciamo a vederli come qualcosa di passeggero.
Quello che tu senti spesso non è la realtà. È altrettanto importante, beninteso, ma si tratta per forza di cose di una piccola o grande distorsione di quelli che sono gli avvenimenti reali. Una piccola delusione può sembrare grande come un macigno, ma resta pur sempre piccola nel complesso degli eventi che caratterizzano una vita. Anche se a volte è difficile ammettere tutto ciò, coltivare la coscienza della soggettività delle percezioni può essere un valido aiuto per risalire la china.
Ti meriti di stare bene. Punto e basta! Se ti trovi di fronte a una battaglia nella quale riscontrerai solo danni, non buttartici per puro senso di colpa e del dovere. Il tuo equilibrio mentale è sacrosanto perché da esso dipende anche la tua salute fisica (con conseguenze sulla tua aspettativa di vita).
Anche se ora probabilmente hai un gran bisogno di sfogarti, provare a non lamentarti può essere un’ottima tecnica di resilienza. Esistono a volte delle sensazioni, delle emozioni, dei fastidi transitori che potrebbero scorrere via facilmente ma che, una volta esplicitati a voce alta, diventano più “grandi”, più “permanenti” del normale.
La sfortuna, il destino, il karma, il malocchio… chi ha un pensiero cosiddetto magico tende a dare grande importanza a questi concetti. Che esistano o non esistano, è una questione di credenze personali. Dal punto di vista psicologico, però, dar troppo retta al pensiero magico non aiuta: non fa altro che deresponsabilizzarci e condurci alla rassegnazione.
Se nonostante tutti questi esercizi di razionalizzazione riconosci che il pasticcio in cui ti sei cacciato è proprio colpa tua, cerca di scusarti e porre rimedio come puoi. Ma ricorda sempre a te stesso e a chi hai intorno che anche sbagliare è un diritto.