Un libro può cambiare la vita? Certo che sì! Un libro è un’esperienza a tutti gli effetti, anche se agita in gran parte nella solitudine e con l’aiuto dell’immaginazione, e al pari di qualsiasi altra esperienza può avere il potenziale di cambiare una vita intera. A confermarlo, uno studio condotto dal team della psicologa Lisa Libby dell’Università dell’Ohio (USA).
Secondo i ricercatori, la sensazione del lettore di “essere dentro la storia” narrata in un libro o anche in un film non è solo una metafora: il fenomeno di identificazione con i personaggi del proprio romanzo preferito si chiama “experience-taking” e rappresenta, come prima accennavamo, una vera e propria esperienza di vita paragonabile alle altre che si sperimentano nella quotidianità. Leggendo degli amori o delle avventure di un personaggio fittizio, in qualche modo possiamo sentirli sulla nostra pelle come se li avessimo vissuti. In questo modo possiamo arrivare anche a cambiare il nostro punto di vista su determinati argomenti.
Gli psicologi dell’Ohio, autori della ricerca sulla potenzialità dei libri di influenzare la vita reale, hanno sottoposto un gruppo di studenti a due diversi esperimenti. Nel primo, essi dovevano leggere un racconto con protagonista uno studente che si recava a votare alle elezioni presidenziali. In quel periodo, negli USA, era proprio periodo di elezioni. Tra i volontari che più si erano immedesimati nel personaggio del racconto, molti hanno affermato di essersi recati a votare quell’anno, anche se prima della lettura non avevano intenzione di farlo.
Un secondo esperimento è consistito nella lettura di un racconto sulle “pene d’amore” di un personaggio che solo nelle ultime righe veniva identificato come omosessuale. Una buona percentuale dei volontari ha affermato che il racconto abbia mutato la loro opinione nei confronti dell’omosessualità. Il perché è chiaro: in prima battuta si sono totalmente identificati con un protagonista che solo in seguito hanno scoperto far parte di un orientamento diverso dal loro. L’identificazione ha lasciato il posto all’empatia e, in questo modo, il racconto ha cambiato una parte della loro vita.
Gli scienziati hanno così stabilito che quando un lettore trova dei punti di contatto tra sé e il protagonista di un libro, finisce per entrare più facilmente nei sentimenti e nei pensieri del personaggio, “vivendoli” quasi in prima persona e dandosi la possibilità di accumulare informazioni e punti di vista anche diversi da quelli di partenza.
Questo è il funzionamento dell’”experience taking”, che secondo Lisa Libby è la potenzialità più alta della letteratura. Un meccanismo molto più radicato, profondo e intenso rispetto al semplice “perspective taking”, che avviene quando una persona trae dal libro informazioni ed opinioni in modo puramente mentale, senza identificarsi al punto di viverle su di sé.
In conclusione, le opere artistiche basate sulla narrazione (libri, ma anche spettacoli teatrali e film) mettono in atto un vero e proprio miracolo: non a caso Umberto Eco diceva che “Chi non legge, a settant’anni avrà vissuto una sola vita: la propria! Chi legge invece avrà vissuto cinquemila anni: c’era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l’infinito… perché la lettura è una immortalità all’indietro”.