Come abbiamo avuto modo di vedere in altri articoli apparsi su questo magazine, la mente umana è un sistema alquanto particolare: raffinatissimo per tanti versi, quanto fallibile per altri. La memoria, in particolare, non ci viene sempre in soccorso come vorremmo e sperimenta continuamente dei “buchi”, dei falsi ricordi o altre anomalie. Un esempio molto comune di sfasatura mnemonica è il cosiddetto doorway effect.
Cosa è il doorway effect? Semplice: ti alzi, passi dalla cucina alla camera avanzando con decisione e all’improvviso ti fermi sulla soglia della stanza, confuso. Ti sei alzato dalla tavola e sei arrivato fin lì per prendere qualcosa? È probabile, ma che cosa? Proprio non riesci a ricordarlo. Ecco la situazione che questa strana locuzione inglese descrive. Ed è molto più comune di quel che si pensi.
Quali sono le cause del doorway effect? Si tratta semplicemente di un problema di distrazione. Passare da un ambiente all’altro, ad esempio cambiando stanza, è quanto basta per distogliere il cervello dai suoi compiti e generare un improvviso vuoto. Tutto questo senza parlare di declino cognitivo o senza scivolare nelle patologie neurologiche: bisogna semplicemente ammettere che la nostra mente non è sempre efficiente come la vorremmo.
Il ricercatore Dr. Gabriel Radvansky ha lavorato per anni sul doorway effect, fornendoci informazioni utili a interpretarlo. Secondo lui, questa “falla” del sistema mnemonico è dovuta al fatto che il cervello lavora per priorità: si concentra sui compiti più importanti e tende a dimenticare quelli meno degni di attenzione. Ebbene, cambiare ambiente ha un forte impatto sulla mente: spinge il cervello a una molteplicità di pensieri che potrebbero interferire con l’intenzione originaria e soprattutto sposta l’attenzione.
Infatti, nella preistoria, per gli uomini analizzare l’ambiente circostante e le sue variazioni era una priorità assoluta, perché da ciò dipendeva la loro sopravvivenza. Anche se ti trovi all’interno di una casa accogliente, è possibile che l’attenzione a ciò che ti circonda acquisti comunque la priorità rispetto all’intenzione che ti ha condotto in una stanza o in un’altra.
Il doorway effect non si verifica ogni volta che si cambia stanza: è un fenomeno che dipende da tanti fattori, tra cui la natura dei luoghi e il livello di concentrazione. Nella nostra epoca di “multitasking”, in cui il cervello è spesso impegnato in tanti compiti contemporaneamente, è più facile riscontrare questo effetto. L’unico rimedio al doorway effect è la concentrazione, l’attenzione al compito che si sta svolgendo; per limitarlo occorrerebbe accantonare il mito del multitasking e concentrarsi su un solo compito alla volta. Ma è talmente normale dimenticarsi qualcosa che l’insorgenza del doorway effect non deve diventare un cruccio eccessivo. Piano piano il motivo per cui sei andato in una certa stanza, se era importante per te, riaffiorerà.