La censura è vecchia quanto il mondo e sarebbe ingenuo credere che il suo tempo sia finito. Alcune opere artistiche che hanno dato scandalo in passato, sia letterarie che figurative, sono oggi considerate del tutto innocue, mentre altre ancora continuano a turbare noi e, soprattutto, l’algoritmo di Facebook e Instagram. Alcuni quadri, in particolare, sono oggi messi dai social sullo stesso piano dei veri e propri contenuti pornografici: forse è proprio questo il vero scandalo...
L’arte ha sempre reclamato la libertà di mostrare e persino di provocare, ed è stimolante pensare che a distanza di decenni o di secoli questo potere le sia ancora riconosciuto. L’oggetto del contendere è, di solito, il corpo femminile nella sua nudità: tra i tanti tipi di scandalo possibile questo è il più immediato e comune. Ma perché la Venere di Botticelli non diede scandalo e la Madonna dei Palafrenieri sì? Oggi vi proponiamo una breve carrellata dei quadri più scandalosi del passato dal punto di vista della rappresentazione del corpo, ricordando che sotto alla provocazione ci sono anche tanto genio e tanta bellezza.
Un Gesù bambino completamente nudo schiaccia la testa di un serpente (rappresentazione del peccato) con l’aiuto di una Madonna dal grande seno e dalle fattezze di una popolana. Caravaggio realizzò questa tela nel 1605, su commissione della confraternita dei palafrenieri, che non gradì una rappresentazione sacra tanto quotidiana e disturbante. In particolare, l’ampia scollatura e il seno prosperoso di Maria furono giudicati sconvenienti e per questo il dipinto fu presto rivenduto. Caravaggio era abituato a dare scandalo: molti dei suoi quadri a soggetto religioso, come La morte della Vergine, furono giudicati oltraggiosi perché nel volto della Madonna si riconoscevano le fattezze di popolane e prostitute romane, ben lontane dai soliti canoni ieratici.
Questo dipinto del 1863 fu giudicato estremamente scandaloso all’epoca. Raffigura una prostituta nella propria stanza da letto, e già solo questo basterebbe. La donna, il cui mestiere è segnalato da alcuni particolari come il nastro di raso nero al collo, è raffigurata con i canoni classici: sdraiata su cuscini vaporosi, si copre il pube con una mano. Il gesto, che dovrebbe rimandare alla pudicizia femminile, è qui chiaramente ironico. Sono presenti inoltre degli accenni alla dimensione quotidiana: un gatto, una serva, una pantofola al piede…
Maja Desnuda, come dice il titolo, raffigura semplicemente una donna senza veli sdraiata su un letto. Un soggetto alquanto pericoloso nella Spagna di fine ‘700, dove ancora l’inquisizione godeva di enormi poteri e poteva comminare condanne pesanti a chi peccava di “oscenità”. Goya, per quest’opera, fu giudicato in tribunale e assolto soltanto grazie all’intercessione di un potente cardinale. La sua Maja rimase poi nascosta per quasi un secolo e venne riscoperta solo all’inizio del ‘900, quando poté finalmente essere esposta al pubblico. Era comunque conosciuta da Manet, che abbiamo incontrato prima: fu una delle ispirazioni dell’Olympia. Da scandalo nasce scandalo...
Egon Schiele è uno dei pittori più scandalosi del ‘900 e il suo potere di turbare non si è ancora spento. Di recente, le immagini scelte per pubblicizzare una sua mostra personale a Londra sono state oggetto di censura perché troppo esplicite. Dunque, l’artista fa ancora parlare di sé in questo senso, forse anche perché molto più recente degli altri di cui abbiamo parlato. Schiele è solito rappresentare corpi contorti, poco armonici, spesso di donne giovani ritratte in pose e in gesti chiaramente erotici. A scioccare è inoltre la fragilità psicologica che emerge da tante opere: non si tratta mai di un erotismo “olimpico” ma sempre molto terreno.
Questo dipinto del 1866 merita forse la palma di opera più scandalosa del mondo: vi è rappresentata, in modo assai realistico, nientepopodimeno che una vulva femminile. Già isolare una parte del corpo dall’insieme è il requisito di tanta pornografia, ma se abbiniamo questo alla “nobiltà” del dipinto a olio e alla magniloquenza del titolo abbiamo tutto ciò che serve per dare scandalo. Condividere “L’origine del mondo” sui social mette ancora oggi un account a rischio censura, provare per credere.
Ora che abbiamo visto quali sono i cinque dipinti più discussi del mondo, conosciamo la ricetta per dare scandalo: prendere un corpo femminile nudo e mostrarlo in un contesto quotidiano, né sacro né mitologico, né “caricato” in alcun modo di irrealtà. Se ci pensiamo, anche oggi è così. Il corpo non dà scandalo quando è avvolto da un’aura di finzione (come in certe fotografie dove appare statuario): lo è molto di più quando è niente altro che corpo, con le sue curve, i suoi peli… la sua naturalità. Noi esseri umani siamo proprio strani!