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    Il racconto zen che ci insegna la libertà emotiva
    I racconti Zen sono storie molto brevi e semplici che permettono di meditare su temi anche assai profondi. Oggi vi raccontiamo una storia che ha a che fare con la libertà emotiva e l’elasticità mentale.

    Le storie Zen sono piccole “parabole” che nascono per riflettere, sollevare domande, arricchire lo spirito o semplicemente per motivare le persone. Oggi ve ne proponiamo una che ha a che fare con la capacità di andare oltre, senza farsi gravare da scrupoli e tormenti esagerati. 

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    Due monaci Zen erano in viaggio attraverso le campagne. In quella stagione il tempo era instabile: il giorno precedente aveva piovuto molto e le strade erano fangose. A un certo punto i due incontrarono una ragazza molto bella, vestita di un kimono finemente decorato. La ragazza sembrava esitante, aveva un’aria smarrita ed era ferma al centro della strada senza muoversi. 

    I monaci le chiesero quale fosse il motivo per cui appariva tanto esitante. «Vedete quella pozzanghera di fronte a me?» disse lei «È così grande che è impossibile superarla senza bagnarsi. Ora, vedete il mio kimono lungo? Di sicuro lo sporcherò e quando arriverò a casa sarò rimproverata». Uno dei due monaci, allora, si caricò la ragazza in spalla e l’aiutò a superare la pozzanghera senza bagnarsi. Lei lo ringraziò e si avviò verso casa, mentre i monaci proseguirono per la loro strada in silenzio. 

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    Qualche ora dopo, il monaco che non aveva aiutato la ragazza disse all’altro: «Non avresti dovuto toccare quella giovane, anche se lo hai fatto a fin di bene. I nostri voti ce lo impediscono!». L’altro rispose, sereno: «Io ho portato in spalla quella donna per pochi secondi, diverse ore fa. Tu, invece, la stai portando ancora sulle tue spalle». 

    Questo semplice racconto ci ricorda che, a volte, il modo in cui giudichiamo le nostre azioni e il rimuginio costante pesano su di noi molto di più di quanto dovrebbero. Se imparassimo a lasciare andare il passato senza permettere che ci condizioni troppo, riusciremmo anche a essere più giusti, elastici ed equilibrati nel presente. 

    Il monaco più severo applica le regole della religione alla lettera e si tormenta per ogni deviazione rispetto alla norma; l’altro è in grado di deviare, se richiesto dalle circostanze, e tuttavia non smarrisce la rotta perché non si fa trasportare dai sensi di colpa. A volte evitiamo di fare la cosa giusta solo perché abbiamo paura, mentre chi è equilibrato e ha amore per se stesso sa essere utile anche agli altri. 

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    L’elasticità mentale, secondo questo racconto, è un valore perché rende l’anima serena e ancorata al presente. Lo Zen dà infatti molta importanza al qui-e-ora, cioè alla capacità di sentire la realtà per come appare senza sovrapporle un giudizio tagliato con l’accetta. Inoltre, affiora l’idea che le regole esistano per dare un indirizzo morale, ma non siano dettami assoluti e immutabili: il bene delle persone è sempre la cosa più importante.

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     Commenti (1)
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    1. cri_cri62, Udine (Friuli-Venezia Giulia)
      Come diceva nel commento precedente si_sorprendimi... alzare un po' il kimono in modo da non sciuparlo .. noo??!!! Mi chiedo... ma se non fossero passati sti due monaci questa che avrebbe fatto??!!! Sempre meglio sapersi arrangiare da soli.
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