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    Il cannabidiolo (CBD): cosa ci dice la scienza?
    La pianta della cannabis contiene diverse sostanze, molte delle quali ancora non studiate. Sembra che una di esse, il cannabidiolo o CBD, abbia ottimi poteri curativi. Il prossimo passo sarà approfondire gli studi e valutare i risvolti giuridici.

    La cannabis, meglio conosciuta come marijuana, è una delle droghe più popolari nel mondo. La quantità di persone che ne fanno uso è infatti più che doppia rispetto a quella di chi utilizza altre sostanze come la cocaina. La vendita della pianta di cannabis e dei suoi prodotti è legata principalmente a usi ricreativi, per via dei suoi forti poteri psicoattivi, e in alcuni Paesi è perfettamente legale, mentre in altri no. 

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    Tuttavia, nei Paesi che vietano la liberalizzazione di questo prodotto ha recentemente preso piede il dibattito sulla cosiddetta “cannabis terapeutica”: questa pianta, infatti, contiene decine di sostanze, alcune in grado di sballare e altre di guarire, per di più (pare) con scarsi effetti collaterali. Perciò prendere decisioni e porre regolamenti è così complesso! 

    La cannabis contiene al suo interno circa cinquecento componenti, detti cannabidi. Ad oggi, però, ne sono stati studiati solo due: il THC (la principale sostanza psicoattiva) e il CBD (la sostanza che si ritiene benefica e curativa). Il THC provoca nel cervello sensazioni variabili dall’euforia alla sonnolenza, mentre il CBD ha tutt’altri effetti ed è al centro del dibattito sul potere terapeutico della marjiuana. 

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    Il CBD ha, secondo gli scienziati, buoni poteri analgesici e antinfiammatori. In alcuni stati è utilizzato come cura primaria per i pazienti maggiori di due anni che soffrono di disturbi convulsivi e sindromi rare come quella di Dravet e di Lennox-Gastaut. Alcuni studi hanno dimostrato che il CBD è assai utile per contrastare i fenomeni di ansia e persino per alleviare i sintomi psicotici dei pazienti schizofrenici. Infine, il CBD aiuta nel contrastare i sintomi psichici collegati al morbo di Parkinson. Questa componente curativa non provoca sballo, anzi, quando è assunta insieme al THC (cosa che accade a chi fuma l’erba tal quale) contrasta in parte l’effetto psicoattivo e ne riduce i potenziali eccessi. 

    Anche nei Paesi come l’Italia dove è illegale coltivare, consumare e vendere la cannabis il CBD è alla portata di tutti, venduto sotto forma di olii, spray o pastiglie in negozi autorizzati. A volte si trova in associazione con altre componenti presenti nella pianta di cannabis, ma sempre senza il THC. 

    Chiaramente gli effetti degli spray o delle caramelle al CBD reperibili in qualsiasi negozio non sono minimamente sufficienti ad assicurare gli effetti terapeutici di cui sopra e sono considerabili al pari degli integratori naturali utili contro piccoli problemi, ad esempio l’insonnia occasionale o lo stress quotidiano. 

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    A parte i casi di epilessia pediatrica, nei quali gli effetti e il dosaggio del CBD sono ben studiati e ampiamente sfruttati, per tutte le altre condizioni e malattie la ricerca è ancora in corso. Dovremo aspettare che i medici, le case farmaceutiche e anche la politica prendano decisioni razionali e ponderate, senza preconcetti ma anche senza eccessivi entusiasmi.

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     Commenti (1)
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    1. cri_cri62, Udine (Friuli-Venezia Giulia)
      Sicuramente molti di coloro che sono iscritti qui ne fanno uso a man bassa ... quella col THC, ofcourse! Altrimenti non si spiegherebbe la presenza di certi Nick che più che essere una mancanza di rispetto nei confronti delle utenti donne a cui questi Signori si rivolgono, lo sono nei confronti degli stessi che tali Nick li usano con estrema disinvoltura. Io, al posto loro, mi farei schifo da sola!!! Sbaglio?
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