Nella vita quotidiana, quando non ci sono grandi avvenimenti od occasioni speciali, le piccole cose fanno davvero la differenza. Un sorriso in più può bastare per ribaltare la giornata di una persona che si è alzata un po’ nervosa, così come una parola sgarbata può togliere fiducia a chi è assorbito da un compito difficile. Messi l’uno dopo l’altro, questi “mattoncini” fatti di piccoli gesti positivi o negativi finiscono per avere un grosso impatto sulle relazioni interpersonali, favorendo la creazione di legami saldi o al contrario conducendo a un allontanamento irrimediabile: è per questo che sono così importanti.
Per capire cosa sono le microaffermazioni (o microdichiarazioni), dobbiamo sapere cosa si intende per il termine opposto, cioè le microaggressioni. Esse sono un’esperienza purtroppo molto frequente sia in coppia, sia in famiglia, sia sul posto di lavoro. Si tratta di interazioni “sottili” che però fanno chiaramente male a chi le subisce: occhiatacce, mezze parole, atti di invalidazione e disistima. Per intenderci, un muso lungo messo su a bella posta, un commento acido, un atteggiamento “ingombrante” o una dimostrazione di sfiducia sono tutti esempi di microaggressioni. Le microaffermazioni sono il contrario: piccoli gesti che fanno sentire l’altra persona accettata, apprezzata e “validata” in ciò che dice o fa.
Ci sono tanti esempi possibili di microaffermazioni: “Oggi mi sembri particolarmente bello/a”, “Ben fatto”, “Se hai bisogno sono qui” o anche solo “Come stai?”. Oltre a queste microaffermazioni verbali, esistono e sono importanti anche quelle non verbali: un sorriso “con gli occhi”, un invito implicito o esplicito a chi è in disparte di partecipare alla discussione, un semplice annuire alle parole altrui. L’importante è che, ovviamente, questi comportamenti siano sinceri e non, come fanno molti soprattutto in ambito lavorativo, automatici e di facciata.
Da parte di chi le pronuncia queste frasi costano poco sforzo, ma hanno un potere incredibile. Lo dimostra uno studio norvegese, che ha analizzato il ruolo delle microaffermazioni e del rinforzo positivo in un ambito delicato come il recupero psicologico; il team di studiosi ha dimostrato che la presenza o assenza di questi incoraggiamenti ha un grosso impatto sul paziente. Gli stessi benefici si possono riscontrare incrementando le microaffermazioni all’interno di una coppia, una famiglia, un team.
Per creare un ambiente favorevole, improntato al sostegno reciproco e alla condivisione, sarebbe bene che tutti ci abituassimo a usare le microaffermazioni. Non si tratta di fingere o di “fare i lecchini” ma, al contrario, si tratta di abituarci a esprimere ad alta voce i pensieri positivi quando ci vengono. A noi una parola di conforto o un elogio costano poco, ma per chi li riceve sono molto. Mantenere un atteggiamento freddo e distaccato con chi abbiamo di fronte, dopotutto, è spesso un’abitudine appresa piuttosto che una questione di natura individuale. Portare questo cambiamento “gentile” a livello di macrosistema costituirebbe una vera e propria rivoluzione, pur se fatta di piccoli gesti.