Fino a poco tempo fa la maggior parte delle persone credeva che le difficoltà a riaprirsi al mondo dopo una rottura sentimentale fossero dovute solo a una mancanza di volontà. Oggi invece è sempre più diffusa l’idea che il “lutto d’amore”, quello che si vive dopo la fine di una storia, sia un momento di passaggio fondamentale da attraversare, ognuno con i suoi tempi. È normale quindi che dopo la fine di una relazione importante si attraversi una fase piuttosto lunga di autoguarigione, fondamentale per ripartire riprendendo le redini della propria vita.
È tuttavia necessario accorgersi di quando questa fase si prolunga troppo, si cronicizza. Alcune persone, dopo una serie di delusioni, sentono la tentazione di gettare definitivamente la spugna e di eliminare per sempre l’amore dalla loro vita. Costruiscono allora una sorta di barriera mentale, i cui mattoni spesso sono pregiudizi o assunti distorti: “gli uomini sono tutti così”, “le donne sono tutte colà”, “l’amore non fa per me”, eccetera.
La verità è che se vogliamo davvero migliorare la nostra vita non possiamo esimerci dal lottare per le cose che ci fanno bene. E l’amore ci fa bene, ci fa crescere, non è solo una macchina della sofferenza come talvolta vorremmo pensare. Rinunciare significa autolimitarci, confinarci in un certo stadio della vita che forse non ci rende giustizia, non ci permette di esprimerci a fondo.
Moltissimi imprenditori di successo sono arrivati all’apice della loro carriera fondando aziende milionarie, ma prima hanno subito una quantità incredibile di “no”, di incidenti e di delusioni. Però hanno sempre riprovato, e per questo sono arrivati dove volevano. In amore funziona allo stesso modo: provare e riprovare, anche quando sembra tutto perduto, è il modo migliore che abbiamo per propiziarci la felicità di domani.
Le delusioni, i tradimenti, gli abusi fanno male, ma queste cose non hanno nulla a che fare con l’amore. Pensiamoci bene! L’amore è tutt’altro: è un balsamo per l’anima, un momento di elevazione e crescita. L’amore non è e non dovrebbe essere una forma di sofferenza. Cercare di rivivere questo sentimento nonostante un passato burrascoso non significa essere masochisti, significa anzi avere fede nelle proprie e nelle altrui potenzialità, mantenendo una mente aperta e pronta al nuovo.
Tutti abbiamo un momento nella vita in cui possiamo scegliere di rassegnarci e destinarci alla mera sopravvivenza, oppure possiamo imbracciare le armi spirituali di cui disponiamo e diventare dei guerrieri. Il coraggio del vero combattente non è l’assenza di paura ma la consapevolezza che vale sempre la pena di provarci, anche quando le possibilità di farcela sembrano poche. Prendiamo allora questa metafora e portiamola nella nostra vita. Diventiamo consapevoli di quello che possiamo dare al mondo e impariamo a chiedere a noi stessi quello che ci serve. Vogliamo una vita arricchita dalla tenerezza, dall’affetto, dalla condivisione di sentimenti profondi con una persona importante? Se è così importante, non smettiamo di lottare per questo: non è affatto “troppo”, anzi, è proprio ciò che ci meritiamo.