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    Il dilemma dei porcospini e il ruolo della paura nelle relazioni
    I porcospini, se stanno troppo vicini, si feriscono; se stanno lontani sono esposti al gelo dell’inverno. E gli innamorati? Quando hanno paura, si comportano allo stesso modo.

    Il “dilemma dei porcospini” è un breve racconto scritto da un grande filosofo dell’800, Arthur Schopenauer. Esso è diventato giustamente famoso, perché ha molto da dire sulle relazioni interpersonali e sul necessario rispetto dei “confini” fisici e mentali di ciascuno. La storia è molto conosciuta, ma la riassumiamo comunque. 

    Due porcospini erano tormentati dal freddo. Pensarono così di stringersi l’uno all’altro per scaldarsi. Ogni volta che ciò avveniva, però, gli aculei dell’uno si conficcavano nella pelle dell’altro causando un grande dolore. A quel punto si allontanavano, ma anche il freddo era terribile, e allora provavano a riavvicinarsi. Questa alternanza tra due dolori diversi ma ugualmente insopportabili sembrava non avere mai fine. Per risolvere il dilemma era necessario trovare la giusta distanza, grazie alla quale si sarebbero trovati abbastanza vicini da sentire l’uno il calore dell’altro e abbastanza lontani da evitare che gli aculei li ferissero. 

    Che cosa sono gli aculei? Le spiegazioni possibili di questa metafora sono tante. Se intendiamo con questa immagine definire tutto ciò che può provocare dolore al prossimo, potremmo identificare gli organi pungenti con i difetti caratteriali della persona. Non dimentichiamo però che nella storia entrambi i protagonisti sono dotati di aculei. 

    In effetti a volte ciò che ci “punge” dell’altro non sono i suoi difetti, ma i suoi pregi. Il suo desiderio di coinvolgimento, il suo interesse e il suo amore possono farci male se non sappiamo come accoglierli. Secondo questa interpretazione, gli aculei del racconto potrebbero rappresentare tutto ciò che dell’altro ci fa paura. 

    Molti uomini e donne sono affamati d’amore (sentono “freddo” quando non c’è) e cercano di costruire delle relazioni, ma poi si spaventano (sentono gli “aculei”) quando finalmente riescono a trovare un partner. A quel punto fuggono, si allontanano, per poi riprendere con un’altra persona la stessa dinamica inconcludente. 

    Come può servire il concetto di “moderata distanza” proposto da Schopenauer a guarire questi cuori inquieti? Le soluzioni, continuando a lavorare sulle metafore, sono due: 

    • Seguendo la soluzione di Schopenauer, quella della giusta distanza, si può lavorare su se stessi e rendersi conto che c’è una via di mezzo tra l’assoluta solitudine e aggrapparsi completamente all’altra persona. Le relazioni significative non consistono nell’annullarsi reciproco, ma nel coesistere in armonia, ognuno con la propria personalità. 
    • Dando un occhio all’etologia, ci si rende conto che gli aculei dei porcospini non sono sempre ritti. Essi si attivano, e diventano pericolosi, solo quando l’animale si sente minacciato. La soluzione sarebbe lavorare sul quando e sul perché si è spinti ad erigere delle difese contro il partner. La minaccia è reale? O dipende piuttosto da convinzioni sedimentate nel tempo, magari in risposta a un doloroso avvenimento del passato? È possibile rendersi conto che il presente è sicuro, che c’è stata un’evoluzione, che questa volta non c’è niente contro cui difendersi. 

    Perché si trovi realmente una soluzione, smettendo di farsi e fare del male, è indispensabile costruire un rapporto di fiducia con il partner. Lavorare sulla fiducia è fondamentale per non cadere sempre negli stessi tranelli e per evitare, dall’altro punto di vista, di procurarsi del male inutile. Nessuno abbandonerebbe un sistema collaudato di salvataggio se non pensasse che ne vale la pena. È necessario dunque imparare a distinguere le persone che valgono lo sforzo da quelle che non lo valgono.

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     Commenti (1)
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    1. laluceneituoiocchi, Chieti (Abruzzo)
      Women not cry! Cantava Bob Marley...
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