Perché crediamo nei fantasmi? Perché le sedute spiritiche, anche se un po’ passate di moda rispetto ai secoli scorsi, esistono ancora nel XXI secolo? La scienza può dare una risposta a questa domanda.
Di questo tema si è occupato a lungo Christopher French, psicologo dell’università di Londra. Egli ha dimostrato che il motivo per cui crediamo ai fantasmi ha radici nella nostra storia evolutiva. La credenza nel soprannaturale è collegata al nostro pensiero più arcaico, quello che guidava i nostri antenati e che non è del tutto sparito nemmeno oggi, perché ci aiuta ad assimilare le informazioni che riceviamo più rapidamente.
Gli uomini posseggono due tipi di pensiero: quello reattivo, più rapido, guidato dall’esigenza di comprendere velocemente ciò che accade, e quello ragionato, che trae delle conclusioni raffinate ma richiede molto tempo. Il pensiero reattivo, essenziale per la sopravvivenza specialmente in un ambiente ostile, richiede che ogni stimolo sia associato a una causa. Nulla può restare senza una spiegazione, sia pure provvisoria. Per questo tutto ciò che non è immediatamente spiegabile viene associato di primo acchito a presenze invisibili: i fantasmi, appunto.
Per l’uomo delle caverne, dare una spiegazione a ogni fenomeno (possibilmente in modo pessimistico) era essenziale per sopravvivere: associare un movimento del fogliame a un animale feroce era molto più utile che scrollare le spalle e convincersi di aver preso un abbaglio. Nel primo caso l’uomo poteva prepararsi per la difesa, nel secondo rischiava la vita. Quindi, è molto meglio credere a qualcosa che non esiste piuttosto che comportarsi in modo “pacato” e rischiare la pelle.
Ecco perché per noi è così facile lasciarci suggestionare, anche solo quando sentiamo parlare di un pericolo (o di un fenomeno inspiegabile). Se ad esempio sentiamo parlare di uno stupro avvenuto di notte nella nostra città e siamo donne, qualsiasi uomo che incroceremo sulle strade di notte ci farà paura, più paura del solito. Se siamo in un bosco e abbiamo sentito parlare dell’avvistamento di un lupo, qualsiasi rumore ci farà tremare e crederemo di trovarci di fronte l’animale ad ogni angolo. Lo stesso vale per i fantasmi e gli altri fenomeni paranormali.
Un altro fenomeno che ci accompagna da sempre è la cosiddetta pareidolia: la tendenza a vedere in forme astratte (come le nuvole) delle forme che ci ricordano cose conosciute, come visi umani o corpi animali. Ecco perché al nostro cervello riesce facile associare un’ombra, del fumo, un movimento della luce a qualcosa di “umano”, magari in forma di fantasma. Istintivamente cerchiamo di dare una spiegazione anche alle forme più indefinite che ci capitano davanti, specialmente se hanno l’effetto di farci paura.
Se poi aggiungiamo il fascino e la curiosità che l’ignoto e il mistero suscitano in ciascuno di noi, anche questi parte del nostro corredo genetico e della nostra storia evolutiva, abbiamo la spiegazione del perché, nel ventunesimo secolo, ancora tante persone credono ai fantasmi!