Chi non ha mai ricevuto un commento negativo da parte di una persona cara? Che si sia trattato di un’osservazione fatta a “fin di bene”, oppure senza riflettere, oppure ancora con l’intento esplicito di ferire, poco cambia del dolore che si prova. Tutti vorremmo piacere agli altri e soprattutto a coloro cui vogliamo bene: quando queste persone ci giudicano negativamente proviamo sentimenti che vanno dal disprezzo per noi stessi fino alla paura di essere abbandonati, sentimenti che possono impattare sulla nostra vita anche molto a lungo, almeno fino a quando non troviamo modo di trasformare la negatività in una energia nuova e positiva.
A confermare quanto possa essere difficile superare le parole di disprezzo che provengono dalle persone care arriva uno studio dello psichiatra Martin Teicher: i bambini che subiscono abusi verbali dai genitori (“non sei capace di fare nulla”, “sei inutile”, “se fai così non ti voglio più bene”, ecc.) sperimentano vere e proprie alterazioni nello sviluppo cerebrale, le quali aumentano da grandi il rischio di sviluppare patologie psichiche. Anche un’aggressione verbale subita da adulti, magari da parte di un partner, può diventare un vero e proprio trauma.
Di solito si tende a sminuire l’importanza delle parole che vengono pronunciate in famiglia o in coppia. “Non te la devi prendere”, “l’ho detto in un momento di rabbia”, “stai esagerando” sono le frasi più comuni che vengono rivolte a chi manifesta disagio per un’umiliazione subita. Si pensa sempre che una parola cattiva sia meno grave di uno schiaffo, eppure può fare altrettanto male. Anche quando appare travestita da consiglio o da sprone, ma di fatto non ha nulla di costruttivo.
Sappiamo tutti che non si dovrebbero mai utilizzare parole apertamente svalutanti e offensive nei confronti di nessuno, ma forse anche noi vi ricorriamo più o meno spesso, specialmente quando una persona amata ci delude o si sta allontanando emotivamente da noi. Accadecomunemente, nel girone delle parole cattive, di essere qualche volta vittime e qualche volta carnefici.
Quando siamo dalla parte delle vittime, dobbiamo ricordare a noi stessi e agli altri di meritare rispetto, a prescindere da quanto sia stretto il legame con la persona che ci offende; quando ci accorgiamo di essere noi a violare l’interiorità dell’altro, dovremmo prima di tutto renderci conto di quale sia la nostra capacità di ferire con le parole e non dare per scontato che chi abbiamo di fronte dimenticherà in fretta ciò che gli abbiamo detto. Di sicuro si può sempre recuperare, e come è naturale (o dovrebbe esserlo) chiedere scusa per qualsiasi atto violento bisognerebbe sempre cercare di ricucire anche quando l’aggressione è solo verbale.
Una relazione che comporti spesso l’uso di aggressioni verbali più o meno gravi dovrebbe essere seriamente riconsiderata: se diamo supporto e amore e riceviamo soltanto disistima, anche se solo a parole, siamo immersi in una relazione sbilanciata che forse è il caso di chiudere.