Sentiamo che una storia d’amore è finita, che il sentimento non c’è più, che abbiamo bisogno di un cambiamento… eppure fatichiamo a lasciare andare il nostro partner. Ci raccontiamo che siamo confusi, che non siamo proprio sicuri di voler chiudere, oppure (è un’idea comune) ci diciamo che non stiamo lasciando una certa persona per paura di farla soffrire.
La maggior parte delle volte sappiamo che cosa dovremmo fare: ce lo dicono il cuore, l’istinto, la ragione. Ma preferiamo confondere tutto e inventare scuse per evitare di ascoltarci profondamente. Se una relazione è recuperabile, anzi, se noi vogliamo recuperarla davvero, la coscienza di questa verità sta dentro di noi e non possiamo ignorarla, a meno che non mentiamo spudoratamente a noi stessi. Se pensiamo che un percorso sia finito e continuiamo lo stesso a trascinarlo per ostinazione o paura, il nostro cuore nel profondo sa bene di essere vittima di autoinganno.
La paura di far soffrire l’altro la maggior parte delle volte non riguarda veramente lui, ma piuttosto noi stessi. Stiamo cambiando, in noi stanno nascendo nuovi desideri, stiamo pensando di imboccare un’altra strada e, come accade sempre quando si prende una decisione importante, abbiamo paura di soffrire. Noi, non il partner.
Quando assumiamo un atteggiamento protettivo nei confronti di qualcuno siamo, naturalmente, altruisti, ma questa è solo una parte della verità. La vera persona che stiamo proteggendo, in fondo, siamo noi stessi. E se tradiamo, più o meno in segreto, evidenziamo proprio questa contraddizione.
Tutti vorremmo identificarci in una personalità sensibile, altruista ed empatica. Ma la lotta che conduciamo quando nasce in noi un desiderio di lasciare un partner è spesso e volentieri una lotta con la parte “oscura” di noi stessi, quella che non bada agli altri ma solo al proprio benessere e alla propria felicità. Questa parte è anche disposta a far soffrire qualcun altro per affermarsi, perché ritiene vitale ritagliarsi il proprio spazio.
Sembra terribile a dirla così, eppure è una verità da accogliere: se vogliamo lasciare il partner è perché vogliamo qualcosa per noi: la libertà, una nuova storia, un trasferimento, un cambiamento. Questa parte oscura va ascoltata, capita e persino apprezzata, nonostante ci sia stato da sempre insegnato di reprimerla.
È il caso allora di lasciare un po’ il partner sullo sfondo, mentre riflettiamo. Di certo soffrirà, soffriremo anche noi, ma se sentiamo che lasciarlo è la cosa giusta in fondo faremo anche il suo bene, e questo non è una scusa. Probabilmente si è già accorto che qualcosa nel rapporto è cambiato, e dunque sta già soffrendo: se vogliamo davvero chiudere questa storia d’amore faremo bene a farlo, in modo da restituirgli una cosa molto preziosa che in questo tempo gli sta mancando, la sua autonomia di scelta e la sua libertà. Nessuno merita di restare in un rapporto dove non riceve amore, e forse lasciare andare è in fondo il vero atto di altruismo.