Il perfezionismo è lodevole in alcuni aspetti della vita (nonostante si trasformi spesso in un viatico per frustrazioni e autoaccuse) ma quando entra nella vita intima produce disagio. Contrasta infatti con la capacità di godersi il momento, di sperimentare e di vivere le emozioni in modo spontaneo.
Quando parliamo di perfezionismo e vita intima potremmo distinguere due tipi di situazioni: quella nella quale il perfezionismo è nascosto perché viene rivolto solo a se stessi e quella nella quale il perfezionismo viene applicato anche al partner e alle sue prestazioni. Nel primo caso la persona potrebbe risultare fredda, bloccata, poco incline a lasciarsi andare senza che se ne indovini subito il motivo, mentre nel secondo caso a farne le spese sarebbe soprattutto il partner, che si potrebbe sentire continuamente messo in discussione.
L’eros e la ragione fanno spesso a botte tra loro, e quello del perfezionismo tra le lenzuola è il caso più clamoroso: anziché ascoltare l’istinto il perfezionista, che sia per paura di sbagliare o per l’adesione a un modello imposto da fuori, sostituisce il calcolo all’istinto, il “dovere” alla spontaneità. Ecco che fare l’amore smette di essere un atto naturale e diventa l’imitazione (sempre imperfetta) di uno standard immaginario. Sembra scontato dire che i film romantici o erotici non raccontano la realtà, ma ne creano una totalmente impossibile e immaginaria. Eppure quanto spesso, sotto sotto, crediamo che le vite degli altri siano davvero simili a un film mentre solo la nostra è imperfetta e caotica?
Una delle caratteristiche più tipiche del perfezionismo è l’inflessibilità. Il perfezionista si dimostra spesso poco tollerante e poco propenso ai cambiamenti, perché aspira a controllare ogni cosa. Ne consegue che, nella sua mente, il copione dell’amplesso è già scritto e ogni deviazione da esso è vista con paura o, più spesso, malumore. Il perfezionista non sperimenta mai veramente e anche quando prova cose nuove segue spesso un piano mentale ben preciso, spesso con poco successo.
La parola chiave per liberarsi dal perfezionismo in amore è l’accettazione. Il perfezionista dovrebbe intraprendere un percorso nel quale prima di tutto negozia tra le sue aspettative e la realtà, vedendo quest’ultima non come un fardello deludente ma come un’opportunità. Essere perfezionisti a letto è un po’ lo stesso che aspettare per sempre un inesistente principe azzurro. Non esisterà mai il rapporto perfetto e bisogna rendersi conto di ciò.
La seconda tappa del percorso riguarda l’accettazione del partner come essere umano che può sbagliare, può “fallire”, può non comprendere sempre le esigenze altrui, ma che ha molti lati positivi ed è unico e irripetibile.
È importante anche rivolgere lo stesso amore e la stessa accettazione al proprio, di corpo. Spesso le persone perfezioniste applicano un controllo rigoroso e opprimente prima di tutto a se stesse, perché non si vogliono bene: credono di volersi migliorare ma in realtà fuggono da se stesse, cercando sempre di essere “altro” da ciò che sono. Scoprire e amare i propri difetti predispone ad applicare lo stesso criterio anche al rapporto con gli altri.