Uno dei peggiori problemi che da sempre affliggono l’umanità è l’ineguale distribuzione delle risorse. Da tempi molto antichi, probabilmente da quando nel Neolitico l’uomo ha iniziato a coltivare la terra, ci sono sempre state persone che riuscivano a produrre e conservare più cibo, dominando quelle che avevano meno risorse; oggi, però, la “forbice” della ricchezza sembra essere sempre più divaricata, con poche persone che godono di fortune immense in costante crescita e tantissime altre che non possono permettersi beni di vitale importanza.
Secondo un rapporto svizzero del 2013 e un altro studio di Polifact, la “piramide della ricchezza” a livello mondiale si compone più o meno in questo modo:
È davvero drammatico osservare una distribuzione così estrema e irrazionale delle risorse, per cui un solo uomo può non riuscire a contare gli zeri del proprio conto in banca mentre molte persone in Italia devono arrangiarsi con meno di mille euro al mese, e nei Paesi del terzo mondo la lotta per portare il pane in tavola non sempre viene vinta.
Ma che effetto fa la ricchezza alle persone? Chi diventa ricco “all’improvviso”, passando dalla parte vincente del mondo, subisce un cambio di mentalità? Secondo diversi studi la risposta è sì: i ricchi normalmente hanno un atteggiamento diverso rispetto ai poveri.
Un esperimento piuttosto celebre su questo argomento è stato condotto dall’università della California. Gruppi di volontari erano invitati a sfidarsi al celebre gioco da tavolo Monopoli, che come saprete si basa anche sul possesso di un “denaro di gioco”. All’inizio le risorse e le possibilità venivano distribuite in modo paritario ma a un certo punto un partecipante, scelto casualmente, otteneva dei privilegi speciali: riceveva per ogni azione molti più soldi rispetto agli avversari.
L’esperimento ha dimostrato che questi giocatori “ricchi”, anziché impegnarsi per riequilibrare le risorse distribuendole tra i compagni diventavano presto più “avari”, prepotenti, antipatici e privi di rispetto per gli altri. Alcuni di loro, già dopo pochi minuti dall’assunzione dei privilegi, cambiavano il linguaggio del corpo atteggiandosi a dominatori, ostentando la loro ricchezza e il potere raggiunto. Inoltre, cosa ancora più sorprendente, questi giocatori che vincevano sempre, essendo stati spinti in modo artificiale, tendevano ad attribuire tutti i meriti del successo a sé e non al caso fortuito che li aveva privilegiati.
Altri studi, oltre a quello citato, confermano che in generale i ricchi tendono ad attribuire a se stessi il merito del loro successo, anche nel caso in cui non fosse vero (pensiamo ai classici ereditieri). Questo atteggiamento li porta a una sorta di insensibilità nei confronti delle diseguaglianze. Inoltre i ricchi potrebbero assumere atteggiamenti che visti da fuori appaiono poco etici: in questo gruppo è più alta la tendenza a mentire per ottenere dei vantaggi e a piegare la legge ai loro voleri.
I risultati di questi studi ovviamente sono da leggere a livello di media. È chiaro che non tutti i ricchi sono così disinvolti nei confronti delle regole, così insensibili e aggressivi. Le ricerche su come cambia il comportamento dei ricchi però sono molto utili per capire tante dinamiche sociali che si riscontrano ogni giorno, e possibilmente anche per mettere loro un freno.