La violenza economica è una vera e propria forma di violenza domestica e riguarda, secondo l’OMS, circa una donna su tre (ma non dimentichiamo che anche gli uomini possono esserne vittima).
Parliamo di violenza economica quando un partner o un familiare utilizza il denaro come strumento di oppressione e controllo, limitando l’autonomia finanziaria e quindi la libertà di scelta di una persona a lui vicina. Forme di violenza economica sono, ad esempio, il controllo sulle finanze personali della vittima, l’appropriazione indebita di sue proprietà, l’utilizzo di metodi coercitivi psicologici o violenza fisica per costringerla a contrarre prestiti, accumulare debiti, firmare documenti o vendere beni di proprietà. Anche la limitazione dell’autonomia lavorativa, classicamente con il divieto di lavorare e la costrizione a rimanere in uno status di dipendenza economica, fa parte di questo genere di violenza.
La violenza economica è un tema sul quale le istituzioni si interrogano, perché negli ultimi anni è cresciuta la consapevolezza che si tratta di un abuso vero e proprio e come tale va punito. Ma dove lo stato non arriva, possono nascere iniziative private che cercano il più possibile di arginare il problema. È il caso di Monetine, un’iniziativa del pratese Glocal Impact Network sviluppata in collaborazione con il centro antiviolenza La Nara. Si tratta di una piattaforma online dalla primavera 2023 pensata per sensibilizzare sul tema della violenza economica, informare le vittime sui loro diritti e aiutarle a uscire dal tunnel.
Le destinatarie principali sono le persone che già hanno chiesto un supporto ai centri antiviolenza. Con l’aiuto di operatrici e operatori esperti e consulenti finanziari, queste persone vengono guidate in un percorso di empowerment che le aiuta a recuperare il controllo sulle proprie finanze per potersi distaccare realmente dal partner o dal parente abusante.
L’idea di una collaborazione tra i centri antiviolenza e le banche, in questo caso Banca Etica, è centrale per poter impostare un percorso che passi dalle parole ai fatti. Il coinvolgimento degli operatori bancari permette alle vittime di avere in mano strumenti concreti per migliorare la loro vita.
Per ora l’intervento, come detto, si rivolge solo a chi è assistito dai centri antiviolenza, ma la divulgazione del tema della violenza economica è importantissimo per sensibilizzare sempre più persone aprendo loro gli occhi: di fatto ancora oggi molte vittime di violenza non sanno di esserlo, perché il controllo sulle finanze è una forma di prevaricazione più subdola (ma non meno grave) rispetto alle percosse.
Creare risorse e reti di supporto per le vittime di violenza economica sarà fondamentale nel futuro. Gli interventi potrebbero strutturarsi come servizi d’equipe dove le vittime potranno godere di consulenza finanziaria, assistenza legale e servizi di sostegno psicologico.