La cinofobia (dal greco chiùon, che significa “cane”, e phobos, “paura”) è definibile come il timore eccessivo e irrazionale dei cani. Non si tratta della normale paura che si può provare per un cane grosso e aggressivo che ci corre incontro, ma di sensazioni angosciose e negative che prescindono dall’effettiva pericolosità dell’animale, che può essere anche piccolo, lontano, legato al guinzaglio e assolutamente tranquillo.
La cinofobia è, insomma, una fobia a tutti gli effetti, tanto che si trova anche nel Manuale Diagnostico dei Disturbi mentali (DSM-5) dove è classificata come zoofilia, al pari delle ancor più comuni fobie per i ragni o i serpenti.
Chi soffre di cinofobia spesso viene ridicolizzato o frainteso: in fondo nel nostro Paese quasi la metà delle famiglie italiane possiede un cane e questi animali sono sempre più inseriti nella società umana. Ma la cinofobia non è un’esagerazione, una forma di mentalità chiusa o una schizzinosità, è invece un problema che può limitare molto la vita di chi ne soffre. Per alcuni cinofobici anche la visione della fotografia di un cane può essere disturbante e la visione di uno di questi animali può innescare una corsa di pensieri negativi e di paure, la più diffusa delle quali è di essere morsi e contagiati dalla rabbia (una malattia altamente mortale).
Di solito i cinofobici cercano di limitare il loro disagio tramite condotte di evitamento: non far visita ad amici che hanno cani, non andare nei parchi, ecc. ma purtroppo per loro incontrare cani per strada e in contesti sociali è praticamente inevitabile. Ecco perché è così importante attivarsi per superare la cinofobia.
Sembra che solo il 12-30% delle persone cinofobiche si rivolgano a dei professionisti per chiedere aiuto, e questo è un peccato in quanto identificare la causa scatenante del problema e ragionare su di essa può essere utilissimo. Molti sviluppano la fobia dopo essere stati attaccati da cani quando erano piccoli, ma anche per essere stati educati alla paura nei confronti di queste creature.
Per superare la cinofobia è essenziale studiare approfonditamente i cani e il loro comportamento. La maggior parte dei cinofobici non sa riconoscere i comportamenti basilari dei cani e i loro significati e quindi commette molti errori, rischiando di “aizzare” questi animali contro di sé.
In particolare è bene sapere che guardare un cane negli occhi rappresenta per lui non un’intimidazione, ma una sfida, e perciò è sconsigliabile farlo se si ha paura di una reazione negativa. Anche il corpo dell’essere umano, per quanto sia difficile dato lo stato di ansia, dovrebbe essere il più possibile rilassato per evitare di suscitare tensione. Bisogna evitare assolutamente di correre e saltare in presenza di cani liberi e insegnare questa regola soprattutto ai bambini, che molto spesso scappano appena vedono un cane invitandolo involontariamente all’inseguimento e al gioco (che può venire scambiato per un tentativo di aggressione). Se si teme un cane, ignorarlo è il modo migliore per evitare di attirare la sua attenzione.
Ovviamente non basta conoscere i cani per farsi passare la paura, perciò chi soffre di cinofobia ad alti livelli dovrebbe comunque seguire una breve terapia, meglio se di stampo cognitivo-comportamentale. Per chi ha subito un forte trauma legato a questi animali, può essere molto utile anche la terapia di esposizione o desensibilizzazione sistematica come la EDMR.