Phubbing, dall'inglese phone e snubbing, ossia ignorare, trascurare la persona con cui stiamo parlando per controllare impazientemente lo smartphone. E’ una condizione quasi quotidiana, in cui ciascuno di noi si ritrova a vivere frequentemente, non solo all’interno della coppia.
Viviamo un ritmo frenetico di vita basato sull’iperconnettività e il multitasking. Mentre rispondiamo a un’email controlliamo l’ultimo post di un amico e verifichiamo le previsioni del tempo per il fine settimana. Leggiamo un libro ma viviamo costantemente attaccati al telefono per rispondere al primo messaggio che riceviamo, con l’ansia di essere continuamente disponibili in rete.
Paradossalmente però, l'iperconnessione ci disconnette dal mondo reale, compreso quello affettivo. L’utilizzo eccessivo dello smartphone può creare, infatti, grandi problemi all'interno delle relazioni, specie di coppia, indebolendone la comunicazione e la fiducia. Più del 46% delle persone intervistate ha rivelato che quest'abitudine è stata causa di litigio: essere trascurati dal proprio partner a favore della tecnologia può avere importanti ripercussioni sulla qualità della relazione. Utilizzare le reti sociali, al contrario di quanto possa sembrare, è un'esperienza principalmente individuale, che causa un'interruzione nella comunicazione ma anche la nascita di sospetti nella coppia e la sensazione di venire estromessi dalla vita del proprio partner. Si creano così frustrazione e insoddisfazione che potrebbero poi sfociare in altri disturbi. Si vive in un mondo parallelo che non permette di godersi pienamente la realtà senza contare che il cellulare diventa esso stesso uno strumento di controllo nella coppia: non rispondere durante pochi minuti può essere una causa di litigio. Anche questo comportamento può trasformarsi in una vera e propria ossessione che crea un circolo vizioso e porta a controllare, ancor di più, il proprio smartphone per verificare cosa fa e con chi interagisce il partner.
Minore interazione umana, meno empatia, più silenzio e distanze. Le conseguenze di usare troppo lo smartphone sono davvero terribili. La conversazione faccia a faccia è passata in secondo piano, addirittura alcuni la vedono come qualcosa di anacronistico o una perdita di tempo. Al momento, buona parte delle interazioni sociali e lavorative avviene attraverso mezzi elettronici, come computer, telefoni e tablet. Il problema è che attraverso gli schermi ci manca una delle parti più appaganti della conversazione: il linguaggio non verbale: i gesti, le intonazioni, gli sguardi, che consentono di interpretare le emozioni dell’altra persona.
Secondo gli esperti, il 70% della comunicazione passa proprio attraverso un linguaggio non verbale che, come detto, sui supporti tecnologici è completamente assente. In larga parte, oggi sostituiamo il linguaggio del corpo umano con meme o emoticon e diventa complicatissimo mantenere conversazioni piene di contenuti e sentimenti per lunghi periodi di tempo. Così facendo, contribuiamo a plasmare una società che ha sempre più difficoltà a gestire le proprie emozioni, ad affrontare difficoltà e a risolverle con responsabilità. Se non si condividono contenuti in rete, è come se non esistesse. Se non si pubblicano le foto di una vacanza, sembra quasi di non averla mai fatta. In altre parole, ciò che si condivide sarà un riflesso di ciò che si pretende di essere. Ma non sarà mai la “vera” realtà. In queste circostanze, ovviamente, è più complicato provare empatia, ovvero mettersi nei panni di qualcun altro per capire le sue emozioni e i suoi pensieri.
Parliamo di un mondo digitale puramente visivo, mutevole e definitivamente superficiale. D’altra parte, c’è anche una continua richiesta di stimoli nuovi, per esempio, se in una determinata situazione prevale la noia, i telefoni cellulari guadagnano molto potere come elementi di distrazione: durante la pubblicità di un film, una pausa o quando si legge libro. Tutto ciò fa precipitare la nostra capacità di concentrazione. Abbiamo perso la capacità di stare da soli, senza fare nulla. Gli spazi che prima erano presentati come un’opportunità per impegnarsi in una conversazione non adempiono più a questa funzione. Anche sui mezzi pubblici, molte persone passano il tempo fissando lo schermo del cellulare. Nelle file al supermercato e dei negozi, indossano cuffie per ascoltare la musica. Gli esseri umani sono diventati macchine insonorizzate, non si occupano di ciò che accade intorno a loro, né prestano attenzione a ciò che avviene a pochi passi di distanza. Tutti noi saltiamo da un’applicazione all’altra, cercando di uccidere il tedio del silenzio. Ecco cosa significa usare troppo lo smartphone.
Abbiamo migliaia di contatti disponibili in rete con cui scambiamo like o con cui chattiamo, ma dopo pochi minuti tutto diventa noioso. Un’eterna insoddisfazione incapaci di creare relazioni autentiche. Come si può recuperare la qualità di una relazione, se non si è più in grado di ascoltare l’altro? Piccoli momenti di solitudine sono sufficienti per fermare il rumore dell’iper-connettività e consentirci di ascoltare i nostri stessi pensieri. Si tratta di costruire uno spazio per parlare e ascoltare, ma davvero, senza filtri, senza schermi in mezzo.
Concediamoci un tempo per provare, senza limitare con gli strumenti tecnologici i livelli e l’intensità della conversazione. Comunichiamo con l’altro, ascoltando le sue idee e interpretando sensazioni e preoccupazioni. Solo in questo modo potremo essere empatici: gioie e sofferenze prenderanno vita davanti ai nostri occhi. Le conversazioni profonde e personali risvegliano le emozioni dentro il nostro cuore. Ci concederanno una dimensione antica in cui aprirci e sfogarci, in cui poter essere ascoltati e rispettati. Parlare fisicamente con gli altri ci darà l’opportunità di generare e scambiare nuove idee, anche quando ci troveremo a chiacchierare su argomenti apparentemente futili. I legami, i pensieri concreti, le emozioni condivise sono ciò che davvero permette alle persone di connettersi tra loro in modo autentico. Non è necessario allontanarsi da ogni forma di tecnologia ma è possibile poter utilizzare lo smartphone in maniera equilibrata. Anche nella vita di coppia è necessario trovare un compromesso fra i momenti dedicati al cellulare o al computer e quelli dedicati esclusivamente al rapporto. Smettere di controllare costantemente il cellulare avrà effetti positivi non solo sulle nostre relazioni con amici, familiari e partner ma ci permetterà di ritrovare anche la nostra dimensione più vera.